Innovazione e programmi   

Presto verranno prodotti i programmi dei due poli e diviene importante comprendere quali saranno i punti dedicati all’innovazione. Da più parti risulta evidente, che la ricerca è un elemento che potrà divenire dirimente nella questione della competitività internazionale del paese. Questa competitività può essere espressa con rilievo dalle regioni del Mezzogiorno, tra le quali la Campania si è ben distinta nella percentuale di spesa destinata alla ricerca del proprio bilancio. Ma è sufficiente? Certo sono indispensabili tutte le azioni che favoriscano gli investimenti in ricerca, in particolare quelli che facilitano la ricerca applicata industriale e l’inserimento dei ricercatori presso le aziende. Ma sono anche importanti i provvedimenti da intraprendere per facilitare l’acquisto in outsourcing dei servizi di ricerca offerti dalle Università ai privati. Offerta che deve essere defiscalizzata come dovrebbero esserlo l’occupazione di personale dedicato e gli investimenti anche strumentali attinenti. E fin qui tutti sembrano essere d’accordo. Ma quali saranno gli impegni assunti dai candidati presidenti regionali per favorire tutto questo? Quali interventi saranno possibili, ad integrazione delle misure nazionali ed europee già previste o prevedibili? Ci sarà il coraggio di toccare anche quella area autonoma di fiscalità e gestione prevista dalle nuove autonomie regionali? Oltre a ciò servirà prevedere una maggiore sinergia tra i diversi assessorati delle attività produttive e della ricerca e innovazione, forse anche immaginando una fusione di responsabilità nei prossimi governi regionali. Su tutto poi è presente una cappa che continua ad esistere nella mancata promozione dell’IT in tutte le aree produttive. Sia la bolla della new economy che il baco del millennio, insieme alla crisi determinata dall’11 settembre, hanno congelato gli investimenti hardware e software dal 2001 in poi. Non solo sono statiche le vendite IT, ma il sistema informativo gestionale di molte aziende è antiquato fino al punto di generare costi maggiori dei benefici, insieme alla scomparsa progressiva di molti operatori del settore. Crisi importanti di aziende come Selfin, Getronics, EDS, crisi ristretta in particolare alle filiali campane, insieme a casi come quelli di Finmatica, riverseranno presto numerosi disoccupati verso i quali gli interventi di sostegno regionali sono inesistenti, a differenza di quanto avviene in settori come quello edile e metalmeccanico. L’industria dell’immateriale, del software e dei servizi, potrebbe vedere un candidato ideale nella nostra regione, grazie anche alla minore necessità di infrastrutture necessarie e puntando sul telelavoro, che potrebbe essere la panacea in aree depresse come quelle meridionali. A questo si aggiunga la necessità di facilitare l’inserimento nel modo del lavoro degli specialisti in ingegneria gestionale, che rappresentano una potenziale classe dirigente di cui si sente spesso l’esigenza. Se ne ricorderanno i futuri candidati? Sapranno rispondere in modo pratico a istanze condivise dall’intero panorama delle aziende locali?