Radicali liberi   

Nonostante la conferenza stampa di Marco Pannella, che per sua scelta non è stata trasmessa in diretta da Radio Radicale, la situazione delle candidature radicali rimane aperta. E’ notevole rilevare come non vi sia mai da parte dei due schieramenti, Cdl e Gad, nessun accenno alla richiesta esplicita e chiara dei radicali di rispondere con un atto legislativo alla situazione di palese illegalità con cui si condussero le elezioni regionali nel 2000. Quando, come illustrato anche da Geppy Rippa su queste colonne, si arrivò a modificare i nomi delle candidature in tempi che non avrebbero consentito il rispetto dell’iter legislativo previsto. Marco Pannella ha suggerito, per evitare questi guazzabugli frenetici dell’ultima ora, segnali di clima spartitorio e di distanza dalla democrazia, di depositare per tempo presso i tribunali le liste elettorali, prima della raccolta di firme necessarie per la loro validazione. Offrendo indirettamente, all’alleato che aderisce alla richiesta, tutta la macchina organizzativa di raccolta popolare ed effettiva di firme, di cui i radicali sono maestri. I radicali oggi sono come il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: hanno istanze, idee e mozioni che soddisfano e innervosiscono entrambi i poli, metà buoni e metà cattivi. Certamente poco cattolici, ma transpartitici con molte delle loro iniziative, come l’ultima per l’abolizione della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, che il referendum non cancellerà ma che di certo ridimensionerà. E’ triste però assistere al balletto di menzogne e denigrazione che subisce l’iniziativa di legalità proposta dai radicali, che vede nel tema della vendita al migliore offerente la massima grettezza e ignoranza della realtà constatabile con un minimo di informazione. E’ vero anche che all’interno dei radicali stessi vivano simpatie per le diverse forze politiche esterne, non solo negli associati ma anche nei massimi dirigenti, rendendo difficile all’osservatore esterno comprendere se poi il movimento tiri da un lato piuttosto che da un altro.Vecchie parole, poi utilizzate da molti, sono transpartito e transnazionale: quelle che svelerebbero l’arcano, se non vi fosse tanta necessità di farci conoscere quali alleanze e quali equilibri ogni polo ritenga di aver stabilito. Senza nulla definire nei programmi, nelle idee portanti di questa o di quella alleanza. Manovra utile per far essere sempre più distanti dalle reali decisioni, e quindi dall’interesse, la vulgata. Quello che sarebbe bello e giusto vedere, sarebbe assistere ad una elevazione della coscienza civile dei politici in toto, con una riforma immediata delle regole elettorali approvata a larghissima maggioranza, e con pattuglie di radicali candidati liberamente nelle liste degli schieramenti che più ritengono affini. Lasciando libero questo movimento, unico ed indispensabile, di non macchiarsi di nessuna alleanza che rimarrebbe, in ogni caso, almeno per metà, un errore.