Giustizia giusta   

Caro direttore,nei giorni scorsi alcuni amici magistrati mi hanno invitato a partecipare ad una manifestazione a Napoli organizzata per difendere la loro autonomia, la giustizia e altri valori simili, condivisibili, legati agli attacchi che normalmente subiscono, purtroppo, in paesi pervasi da malavita e malaffare, come accade in gran parte del mondo civile industrializzato.Però non ci sono andato. Un po’ perché non potevo per motivi di lavoro, un po’ perché qualcosa di non definito mi stava turbando: qualcosa tra cuore, stomaco e cervello. Poi ho capito. Ho bisogno di urlare.Certo, in questi giorni le manovre di Previti e Berlusconi sul processo Sme appaiono dure. Ma chi non userebbe ogni arma a propria disposizione per tutelare i propri diritti? I processi ormai sono tutti così: il miglior avvocato è quello che allunga i tempi, si aggrappa ad ogni cavillo, ad ogni errore della controparte, da ricusare per principio. Quindi, sì, è un duro scontro, ma non mi sdegna. Mi sdegnerà un giudizio definitivo di colpa, se e quando vi sarà.Oggi, più che dello sdegno, avrei bisogno di percepire giunto il ritorno alla normalità a dieci anni da Tangentopoli.Non difenderei mai le posizioni di un corrotto o di un corruttore. Nonostante ciò ho bisogno di capire perché non si organizza una manifestazione anche per condannare coloro con soprusi, errori, arroganze e mistificazioni hanno mietuto vittime, mai definitivamente e chiaramente riabilitate. Vittime fino alla morte, per suicidio. Alcuni politici, ad esempio, vittime fino a essere cancellati dai mezzi di comunicazione di massa, all’oscuramento. E dietro di loro gli imprenditori. Ladri. Tutti. Senza distinguo.E siccome imprenditori e politici non bastavano, diventavano ladri anche funzionari, dirigenti e burocrati che, (ricordate?), non firmavano più nulla, nessuno si assumeva più responsabilità di sorta.Ebbene: grazie Giudici di Mani Pulite, grazie politici nuovi che avete saputo cavalcare l’onda e svecchiare un po’ questa Italia da dopoguerra. Grazie per il coraggio e le buone intenzioni. Ma il tempo scorre: ho bisogno di essere sicuro che andiamo avanti, e se si manifesta solo a difesa dell’autonomia, sacra, dei giudici, mi sento in un Paese a democrazia limitata. Ho bisogno che gli uomini liberi che difendono la giustizia, che difendono questa nazione, che difendono i diritti, si alzino e dichiarino “finita l’emergenza”. La Storia macina vittime ma produce anche eroi e antieroi. Il mio mal di stomaco nel vedere la manifestazione a favore della magistratura è solo legato al fatto che sembra che nessuno abbia il coraggio di essere contrario, sebbene poi ciascuno si terrorizzi innocente davanti a qualunque ordine, tipo e grado di giudizio. Presunti colpevoli, questo siamo diventati.Cordiali salutiGiacomo Nardone*amministratoreMatika Processing