Imprese, malavita e retorica a buon mercato   

Sulla rivista Nuovi Argomenti n°32 di ottobre-dicembre 2005, nella sezione “Io so”, è pubblicato un articolo del giovane free-lance Roberto Saviano, che si è fatto notare per alcuni suoi scritti sulla camorra e per aver accusato i servizi segreti di avere ordito i rapimenti di cittadini italiani in Iraq. Seppur dotato di una profonda padronanza della lingua italiana, nell’articolo “Io so e ho le prove” Saviano tenta di creare una non trasparentissima rete di connessioni tra la malavita nell’agro aversano e gli immobiliaristi Ricucci, Statuto e Coppola, fino a sembrare di farne la causa di tutti i mali meridionali. Non scenderemo in argomenti che potrebbero riguardare la magistratura, anche perché, se di qualcosa si ha le prove, è bene provvedere a far funzionare quel meccanismo etico chiamato denuncia. L’ipotesi, neanche tanto azzardata, che i proventi malavitosi in pizzo, droga e prostituzione si veicolino sulle attività produttive è blanda, come dimostrano anche le ultime statistiche e le ultime indagini in corso. Che nel Sud una delle poche attività produttive sia l’edilizia e il cemento, anche qui nulla di nuovo. Non ci sono industrie, quindi… La confusione sta però nella generalizzazione che traspare, secondo la quale le imprese edili campane sono tutte basate sulla assoluta mancanza di sicurezza sul lavoro e sullo sfruttamento dei poveri operai. Temi un po’ vetusti che possono solo fare il gioco proprio di chi, effettivamente, continua a non permetterci di essere imprenditori liberi. Argomenti di grande fascino retorico, ma che puniscono chi invece continua quotidianamente, tra mille fatiche e passività, a fare impresa. Non dico che magistratura e politica non debbano rimboccarsi le maniche per combattere i fenomeni noti e basati sull’appoggio al brigantaggio prima e alle guardie dei latifondi poi. I primi sfruttati dai Mazzini e i secondi dagli alleati. Quello che fa male è ricevere tutti una condanna, con la pretesa di sapere bene come vanno le cose, dimenticando di valutare con attenzione quanto sia nazionale e internazionale il salto di qualità operato dalla malavita negli anni ottanta. Talvolta, sull’argomento camorra e impresa, mafia e società, appaiono lamentele troppo fini a se stesse e non troppo utili.