Se gli Ogm contaminano anche i prodotti naturali   

La Gran Bretagna si è data letteralmente la zappa sui piedi, e converrebbe che anche l’Italia e l’Ue capissero cosa sta accadendo in materia di alimenti geneticamente modificati. Una ricerca del governo britannico, di cui sentiremo spesso parlare nei prossimi giorni, ha infatti dimostrato che la colza modificata, prodotta dalla Bayer, ha contaminato geneticamente, attraverso il polline, una erba infestante molto comune, la senape dei campi, rendendola resistente agli erbicidi. Quello che forse dovremmo tutti capire risiede nel fatto che, oltre ai rischi non accertati sulla salute umana degli alimenti Ogm ancora da dimostrare, il pericolo reale è la contaminazione tra specie diverse che ereditano poi caratteristiche genetiche con risultati imprevedibili. Fa specie che l’ex ministro Michael Meacher, lo stesso responsabile dell’introduzione delle sperimentazioni su larga scala delle colture Ogm, abbia dichiarato che il risultato della ricerca dimostra che "non possiamo assolutamente correre il rischio che le colture Ogm contaminino piante selvatiche in maniere imprevedibili. Se le erbacce diventano resistenti agli erbicidi a causa di una impollinazione incrociata, entriamo in acque molto pericolose". Come è possibile che il governo ignori il rapporto del 2003 della Soil Association Uk redatto da Hugh Warwick e Gundula Meziani, che indica proprio questa contaminazione come una delle caratteristiche negative riscontrate dagli agricoltori Usa nella loro esperienza con gli Ogm? Oggi il danno sarà quello prodotto dalla necessità di usare nuove sostanze erbicidi più potenti e costose, creando una diseconomia annunciata per gli agricoltori e un prevedibile aumento delle rendite delle aziende chimiche, che producono sia il danno che la cura. Domani potremo aspettarci, per esempio, la nascita di alimenti tossici la cui scoperta passerà attraverso qualche decesso, puro dato statistico. La contaminazione avviene per incrocio di polline, gettando così un’ombra anche sulle coltivazioni biologiche che, grazie alle normative Ue, coesistono con quelle Ogm anche in Italia.