Moltiplicatore digitale   

Se il “digital divide” è quella caratteristica che differenzia i paesi ad elevato sviluppo tecnologico da territori come l’Italia e, in particolare, il suo Meridione, la televisione digitale terrestre rappresenta invece un vero e proprio moltiplicatore digitale, in grado di affrancare grandi fasce della popolazione dall’essere ostici all’innovazione. La televisione digitale terrestre, e quindi il decoder necessario alla sua fruizione, diverrà in un paio di anni un obbligo per coloro che vorranno vedere i programmi trasmessi via etere. Saranno infatti progressivamente “spenti” i ripetitori che oggi inviano il segnale con il formato analogico, quello ricevuto dalle televisioni tradizionali. La sperimentazione è già avviata, come sanno molti appassionati di calcio catodico, e presto in Sardegna sarà avviata la prima fase di cancellazione del segnale analogico. Ma a molti ancora sfugge la peculiarità principale della televisione digitale terrestre: l’interattività. Attraverso diversi sistemi gli utenti potranno interagire con il fornitore del canale televisivo, che si porrà come mediatore di servizi quali l’acquisto di beni, l’accesso a informazioni, la partecipazione a sondaggi, eccetera. Di questi temi si occupa la Fondazione Ugo Bordoni, nata nel 1952 e riconosciuta dalla legge 16 gennaio 2003 n.3 istituzione privata di alta cultura, oggi uno dei più autorevoli centri di ricerca nel settore delle telecomunicazioni. A lei spetta la supervisione tecnica delle attività di sperimentazione del digitale terrestre e dei servizi interattivi che sono realizzati sotto la vigilanza del ministero delle Comunicazioni e dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. La Fondazione ha dato vita, nei giorni scorsi, ad “Ambiente Digitale”, una associazione promossa per favorire una “equilibrata” evoluzione della tv interattiva, un tavolo unico in Italia, che riunisce diciotto aziende a carattere nazionale ed internazionale, del calibro di Ibm, Sun Microsystems, Telespazio, Bull, St Microelettronics. Tra loro va sottolineata la presenza della Pf2 Software, presidente Lorenzo Fornasari, società campana specializzata nello sviluppo di soluzioni multicanale con sede principale a Napoli, in cui ha di recente attivato un centro servizi per la tv interattiva, primo modello multibroadcaster del Sud. E’ partner tecnologico di Asmez, consorzio di oltre 800 enti locali, per l’erogazione di servizi di t-government, e di Telsey Communications e Media Tv per la sperimentazione di servizi interattivi agli studenti dell’Università del Sannio. L’associazione promuoverà lo sviluppo dei linguaggi, prodotti e servizi che caratterizzano l’interattività della nuova Tv digitale terrestre, tracciando linee guida comuni in tema di accessibilità e sicurezza. Il nuovo sistema dovrà infatti consentire l’accesso a tutti attraverso strumenti semplici e di facile comprensione, garantendo la massima sicurezza nelle transazioni economiche e nella tutela della privacy. “Oggi l’interattività è governata quasi esclusivamente dalle major televisive nazionali” sottolinea Stefano Tagliaferro, responsabile innovazione della Pf2 Software, “Potremo assistere al suo decollo solo quando editori e broadcaster locali percepiranno potenzialità e vantaggi del nuovo e rivoluzionario modello di comunicazione, contribuendo così al progresso tecnologico e all’accrescimento dell’integrazione sociale”.