Un Papa migliore   

Molto si discute sulla elezione del nuovo pontefice, formulando alcune ipotesi che possono avere ciascuna una loro ragion d’essere. Alcuni, nel fare un profilo potenziale, immaginano un papa che dia continuità a quanto già fatto nell’ultimo quarto di secolo, una specie di clone del Papa precedente. Posto al potere con l’intenzione di prendere tempo nel decidere il da farsi, una specie di Papa di transizione, dalla durata breve. Altri prevedono un Papa che invece punti fortemente al ruolo dottrinale, più attento agli aspetti dogmatici ed ecclesiali. Che recuperi anche la collegialità della Chiesa, in fondo minata da Giovanni Paolo II. Scelto in modo da rispettare la regola del pendolo per cui il nuovo Papa dovrebbe essere diametralmente opposto al precedente, interrompendone ogni continuità per porre in essere un cambiamento, uno stravolgimento. Quindi, in sintesi, continuità o capovolgimento. Perché invece non attendersi un Papa migliore? Perché la grande valenza di Karol Woytila deve per forza rappresentare un vincolo al meglio possibile? La Chiesa ha vissuto finalmente l’esperienza di ingrandirsi e rafforzarsi proprio quando ha saputo esprimere con forza le proprie ragioni, intervenendo e sovvertendo la storia delle nazini. Non che questo ci piaccia, che una forza religiosa incida sulla politica, ma tant’é. Nel combattere l’oppressione sovietica ai paesi dell’est europeo, la Chiesa non ha combattuto un ideale politico, il comunismo, ma ha inciso sulla democratizzazione di popoli prigionieri di dittature. E non è rilevante l’ideale politico che sottende a queste dittature, è importante e condivisibile l’istanza di libertà e autodeterminazione che invece sottende. Giudicando l’oppresso come il primo dei più deboli, con la consapevolezza che la vera povertà, così come la vera ricchezza, è quella morale e non materiale. Woityla ha veramente affossato Marx, non tanto nella lotta al potere sovietico perché comunista, ma quanto per aver modificato il senso di religione come oppio dei popoli, forse vero ogni volta che la religione sia stata asservita al potere, come a volte accaduto in passato in Europa. Come accade ancora in alcuni stati arabi in cui non vengono rispettati i diritti dell’uomo, nei paesi in cui pochi ricchi governano in miseria, e senza democrazia, moltitudini umane. Come accade, forse ancora per poco, in Cina, dove la distinzione tra stato e fede non esiste, esistendo cioé l’oppressione della liberta di religione, di qualunque di queste si tratti. E allora, perché non sperare che venga un Papa migliore di quello precedente, ancora più laico, ancora più amato e rispettato da masse di popoli più vaste? Questo conclave deve fare i conti con il suo popolo di fedeli, deve rappresentarlo come farebbe qualunque assemblea, esprimendo un pontefice in grado di rispondere ai bisogni dei suoi fedeli, unica via per rafforzare la Chiesa stessa e permetterle nuove vittorie nel progredire. Per farla diventare democratica come è auspicabile divenga qualunque stato sulla terra, unica via per la pace mondiale, poiché nessun popolo voterebbe a favore di una guerra.