Lo scandalo di chiamarsi Luca   

“Siamo tutti Luca Coscioni” è la scritta che campeggiava su uno striscione soretto dai Radicali presenti alla nomina di Romano Prodi presidente della federazione per l’Ulivo. Sebbene con la solita sordina della conventio ad excludendum a cui vanno soggetti da diversi anni i radicali, molti nella sinistra hanno reagito al motivo della negazione, da parte della Margherita, di un accordo di ospitalità elettorale alle prossime regionali delle liste Radicali-Luca Coscioni. Un motivo che sembra paradossale quando è presidente della Margherita proprio un ex radicale, l’agnello sacrificale e papalino Francesco Rutelli, e molto più concreto se espresso dall’ex presidente dell’Iri, Romano Prodi. Motivo che appare futile, la presenza del nome di Luca Coscioni nel contrassegno elettorale dei radicali, ma che sustanzia e materializza la forza di un partito trasversale ai due poli, governato dalla volontà della Cei, la Conferenza Episcopale Italiana. Così l’ecclesia più retriva, e più lontana dai suoi credenti, chiede a Rocco Buttiglione da un lato e a Prodi dall’altro di porre un veto assoluto alla presenza radicale nella prossima competizione elettorale, temendo una presenza mediatica utilizzata per favorire l’attenzione al successivo voto referendario. Brigando, su altro fronte per ottenere uno spostamento al 2 Giugno, durante un ponte festivo, della data per le consultazioni in cui gli italiani si dovranno esprimere per giudicare l’abominevole e malfatta Legge 40/2004. Legge che costringe ad andare all’estero per tentare una procreazione medicalmente assistita e vieta di fatto ogni sperimentazione sulle cellule staminali embrionali, la più promettente nel cercare una soluzione a gravi malattie, come il diabete, l’alzeimer, il parkinson e la sclerosi laterale amiotrofica. Quest’ultima è la malattia che ha colpito proprio Luca Coscioni, immobilizzato su di una sedia a rotelle e capace di parlare solo attraverso un sintetizzatore vocale computerizzato. Luca è il leader della battaglia in Italia per la libertà di ricerca scientifica, ed ha l’appoggio di decine di premi Nobel e ricercatori. E’ un leader di una di quelle battaglie tipiche del movimento radicale, una di quelle così giuste e sane che darà filo da torcere ai suoi oppositori: una esigua minoranza di cattodipendenti che tentano di ricostruire il clima oscurantista in cui possono maggiormente esercitare potere sulle anime pie. Per fortuna, o per raziocinio, molti cattolici, di sinistra e non, si stanno sollevando contro la scandalosa motivazione che ha dato la Margherita per opporsi al patto con il centrosinistra. Ma anche tanti laici e liberali stanno punzecchiando Silvio Berlusconi che, favorevole ad un patto elettorale dei radicali con la Cdl, si è visto accerchiato e scavalcato dalle stesse forze che produssero il famoso ribaltone: Lega e Udc. Mentre attendono gli ultimi sviluppi Marco Pannella e Emma Bonino, appartenenti allo stesso gruppo europarlamentare di Prodi, vorremmo ricordare i tempi vicini in cui la Chiesa era contraria al trapianto di organi. Come oggi all’uso del preservativo. Ma esistono cristiani che si adeguarono e si adeguano oggi?