Solidarietà sindacale   

Caro direttore, mentre tutti guardiamo con tensione alla ripresa autunnale delle attività, pressati dai dati poco incoraggianti dell’aumento del petrolio, della disoccupazione Usa superiore alle previsioni e della mancanza di fatti concreti sull’innovazione tecnologica, di cui l’Italia è fanalino di coda, iniziano le grandi manovre sindacali che si apprestano a trattare importanti rinnovi contrattuali. In un clima che vede l’Alitalia in procinto di tracollare, mentre finalmente il Ministro Marzano annuncia manovre e controlli per il contenimento dei prezzi, lavorando con GdF e Gdo che non sono certo strumenti strutturali ma qualcosa potranno fare. Come leggere, quindi, l’apertura di Guglielmo Epifani a Luca Cordero di Montezemolo, a cui propone un incontro con la triplice partendo da impegni precisi per il Sud? Contrastato, tra l’altro, da Cisl e Uil che chiedono prima un chiarimento interno e poi tavoli di confronto con l’Industria, memori di un 14 Luglio troppo vicino per dimenticare l’abbandono del tavolo delle trattative. L’intervista di Epifani sull’Unità è certamente un importante segnale di distensione, finalmente teso ad un dialogo costruttivo verso quei punti che sono ormai sulla bocca e negli obbiettivi di tutti: federalismo, formazione continua, previdenza integrativa e rilancio dei distretti. Ma, nonostante Savino Pezzotta in un recente convegno si dicesse scevro da tentazioni di fare politica, ricordando scioperi generali con la Dc al potere, è utile che proprio dal mondo sindacale parta un messaggio forte della necessità di interrompere l’astio litigioso tra maggioranza e opposizione, quando si deve mettere mano ai punti dirimenti il bivio letale in cui si trova il paese. Quello di Epifani può apparire come uno scavalco della triplice, e forse lo è veramente, ma impone una immediata e attenta risposta dal mondo imprenditoriale, a partire da quello industriale. Iniziando proprio da quei punti su cui tutti sono d’accordo. E i sindacati tutti, come le forze politiche, hanno strumenti già pronti su cui lavorare, attuando celermente le linee guida tracciate dal documento congiunto Crui-Confindustria su ricerca e formazione, che è bene leggere con grande attenzione. Le crisi nazionali, continentali e mondiali sono così gravi da riportarci agli anni ’70, da cui uscimmo anche grazie a insegnamenti come quelli delle convergenze parallele. Dispiace solo che Luigi Angeletti, nel chiedere prima un incontro interno, dichiari che sia inutile partire dal problema del Sud, che ritiene un tema che è “già stato ampiamente discusso”. Non so quanto Epifani strumentalizzi i tagli all’industria, specie quella meridionale, presenti nel Dpef: restano un dato di fatto su cui, mi scuserà Angeletti, da discutere ce n’é e come!