Il quarto uomo   

Indipendentemente dal nome del nuovo presidente della Unione degli Industriali provinciale di Napoli, fermo restando il successo di Carlo Boffa alla prima delle tre tappe, saggi, giunta e assemblea sovrana, con schiacciante maggioranza di voti degli imprenditori e dei membri di Giunta che hanno espresso la loro preferenza, in giro si addensano fitti rumors e cominciano a volare strali sulle colonne dei quotidiani locali, compreso l’ultimo “L’Articolo” a cui inviamo i migliori auguri di benvenuto e di lunga vita. Possiamo leggere e ascoltare infatti, in queste ore, chi si accanisce con il past president, Tommaso Iavarone, trascinato nel vortice D’Amato, chi accusa i tre candidati di non avere né idee né programmi, chi pensa di poter compiere atti di forza presentandosi “armato” in Giunta o chi rimanda tutto all’ultimo minuto, paventando anche la candidatura follemente irregolare di un “quarto uomo”. Ovviamente in un eccezionale balletto di ipotesi di alleanze tra i due sconfitti o di uno di questi con il favorito. Dietro questo scenario incombono tre ombre precise: i Grandi Gruppi industriali, il nuovo Presidente di Confindustria e i partiti politici. Tutti facendo i conti senza l’oste: i quasi mille imprenditori associati. Stiano tutti attenti, infatti, a non minare l’unità necessaria a mantenere credibile ed attrattiva la nostra associazione; nessuno pensi che si possa prima pretendere tanta partecipazione e poi compiere salti mortali nel vuoto di un governo associativo calato dall’alto. Certo è, e lo abbiamo detto in tempi non sospetti, che la Presidenza di Luca Cordero di Montezemolo segna un cambiamento di relazioni in cui il rapporto con le Grandi Aziende diviene indiscutibilmente centrale, a beneficio, speriamo tutti, dello sviluppo anche e proprio delle PMI. Certo rimane quindi l’obbiettivo e la necessità di impostare programmi e organizzazione conformemente ai desiderata di Confindustria nazionale e del programma del suo nuovo Presidente. Certo è che nessun candidato si immagina di poter lavorare nei prossimi anni senza una stretta relazione e collaborazione con i governi di Comune, Provincia e Regione. Per questo il prossimo Presidente avrà bisogno di una folta squadra di imprenditori preparati, disponibili e attivi, perché l’Unione funziona solo per e attraverso i propri associati e grazie alla capacità e disponibilità della struttura.. Ma chi si accanisce in queste ore con i “confindustriali di professione” o con “gli imprenditori da partita iva”, chi addita l’Unione come non capace di esprimere candidati con idee, compie una grave caduta di stile e l’errore di osservare le cose troppo dal di fuori, da lontano, forse anche con secondi fini, non ultimo quello di tentare vanamente un indebolimento dell’associazione. Contro questi attacchi dobbiamo ricompattarci tutti per dimostrare che la voglia di fare, di esserci, di produrre innovazione e risultati, di generare un ciclo virtuoso di vantaggi per tutti, di impostare nuovi equilibri di forza con le altre parti sociali, di fare solidamente lobby e sistema, questa voglia,dicevo, è talmente esplosiva e diffusa che darà frutti in ogni caso. Ma tutto dovrà avvenire nelle regole e con la massima trasparenza, per non rischiare di svilire lo stile con cui si dovrà aprire la nuova stagione, per non vanificare quegli sforzi che marchiamo con il nome di “marketing associativo” e che comunque sono frutto del lavoro di ciascuno nel chiamare l’altro per dirgli “vieni, c’è spazio, è utile, conviene”. Tutti rimangano vigili e attenti, quindi, ma tutti abbiano anche la capacità di fermarsi un attimo, fare un bel respiro profondo, e affrontare le prossime ore con la serenità e la pacatezza necessarie, nel rispetto delle regole e perseguendo l’unico obiettivo vincente: l’unità.