La forza dell'amore   

In questi giorni si discute, con il solito clima da stadio, se sia più corretto influenzare Carlo Azeglio Ciampi nel preferire Oriana Fallaci o il rabbino Elio Toaff come candidato senatore a vita. Un confronto che offende non solo l’intelligenza, ma anche il cuore. E la scelta la ha già compiuta da tempo un altro capo di stato: Giovanni Paolo II. Nello scegliere e nel preferire, sopra ogni altra cosa, di far valere fino in fondo la forza dell’amore, proprio contro quella illusoria forza della ragione proposta dalla Fallaci. E’ con amore che il Papa ha costruito la relazione con le altre religioni, per ragioni che attengono all’amore. Da cristiano ha infatti preferito aprire le proprie braccia nel toccare le varie confessioni, con maggiore enfasi proprio verso le più grandi, quelle con un popolo alle spalle più significativo: Israele e l’Islam, i fratelli da Abramo. Partendo in questo proprio dal rabbino Toaff, in quell’incontro occasionalmente mediatico ripropostoci in questi giorni, con quella patina di bassa risoluzione propria dei video a colori della fine degli anni ’70. Partendo da quello che si definiva la prima persona che il Papa doveva incontrare appena uscito dal Vaticano. Parlando del capo di una comunità ebraica che, pur ricordando a se e agli altri la più grande tragedia dell’umanità, la shoa, ha espresso nel suo continuo convivere con noi, e con tutti i popoli che hanno materializzato la sua diaspora, una regola di amore supremo per la vita. Cosa ha a che vedere tutto questo con il cavallo preso al volo e galoppato da Oriana Fallaci? Cosa c’è in comune con il suo razzismo di maniera? Pur avendo compassione e pietà umana per il suo male infernale, il cancro, tipica corrosione globale da post-chernobyl, pur percependo in lei aneliti liberali, non possiamo cedere al suo oltranzismo. Parlare di guerra da metropoli, scegliere anche stermini di massa, pur di affermare una propria insulsa, borghese, provinciale apparente superiorità vendicativa; parlare di emigranti che usurpano lavoro o delinquono, confondendo razze con religioni e dimenticando la propria storia: questa non è affatto forza della ragione, é mera insensatezza. E’ il contrario del porgere l’altra guancia, è il contrario dell’insegnamento evangelico della pietà verso i più deboli. E’ il contrario della generosità islamica, che per legge coranica prevede che una percentuale del proprio ricavato vada in beneficenza ai bisognosi. E’ l’opposto della ricerca spasmodica del rispetto verso l’innominabile, e quindi verso l’uomo, che nel Talmud viene trasformato in regole e insegnamenti di giustizia. E quindi, come avere dubbi? Senatore a vita è qualcuno che gode della stima e del rispetto del popolo per cui diviene delegato a rappresentarlo, in modo equanime: e così non può essere per Oriana Fallaci, di cui rispettiamo gli sfoghi, che non solo non possiamo condividere ma che addirittura abbiamo il dovere di osteggiare. In forza dell’amore, unica vera via per esportare democrazia, giustizia e libertà là dove mancano.