Caro elettore napoletano,

scegliere il candidato comunale a cui affidare il proprio voto è impresa complessa, specie per la difficile conoscenza diretta personale, che invece dovrebbe essere indispensabile.

 

Per approfondire la mia conoscenza, posso rimandare alla raccolta degli oltre 500 articoli pubblicati a mia firma in questi ultimi due anni, e riproposti sul sito www.ilrelativista.it. Attraverso la casella di ricerca del sito puoi trovare i documenti con le parole che meglio descrivono i tuoi interessi e conoscere la mia posizione. O puoi scrivere a giacomo.nardone@ilrelativista.it per propormi qualunque confronto o chiarimento.

 

Questa lettera sarà utile ad un primo approfondimento delle priorità che ti chiedo di sottoscrivere esprimendo il tuo voto a mio favore. A seguire ti propongo le mie convinzioni politiche di fondo e la mia storia personale, in forma essenziale.

 

Obiettivi programmatici

 

I principali punti specifici su cui propongo un voto di preferenza in mio favore sono espressi di seguito. Sono una parte di quello che è necessario fare o su cui è necessario aprire il confronto, ma esprimono gli aspetti in cui sento di poter manifestare competenza e proposta.

 

I punti nodali del mio impegno, elencati non per priorità, sono:

 

o       Napoli Pentopoli influente

o       Napoli e la Logistica nel Mezzogiorno

o       Napoli motore dell’Amnistia

o       Napoli per i Pacs e contro il Sessismo

o       Napoli e la pillola abortiva RU486

o       Napoli e l’esenzione dall’ICI della Chiesa

o       Napoli e le droghe

o       Napoli e il traffico automobilistico

o       Napoli con un litorale balenabile

o       Napoli e gli alberghi economici

o       Napoli e il rischio Vesuvio

o       Napoli e Agenda 21

o       Napoli e il sistema dell’arte contemporanea

o       Napoli e lo sviluppo economico per la sicurezza dei cittadini

 

 

 

 

 

Pentopoli influente

 

Napoli è il centro di una pentopoli, nodo fondamentale di qualunque politica meridionalista. L’amministrazione comunale di Napoli deve prendere coscienza della propria centralità e del proprio ruolo di indirizzo, sia sulle politiche regionali che su quelle nazionali, senza rimanere suddita dei governi regionali e nazionali. Ripensando quindi fortemente ai propri confini di influenza, che non possono prescindere dal rapporto con la propria cerchia provinciale, di cui oggi è più succube che influente.

 

Logistica

 

Napoli deve dare indirizzi forti al governo nazionale, in particolare per le infrastrutture di sviluppo legate alla logistica:

-        Rapida realizzazione e completamento degli assi autostradali e ferroviari verso Bari e verso Reggio Calabria

-        liberalizzazione del porto di Napoli e degli interporti da egemonie e trust

-        sviluppo e duplicazione dell’aereoporto

 

Devono inoltre essere garantite tutte le azioni necessarie a incentivare l’insediamento di “fabbriche di assemblaggio”, che possano incaricarsi dell’ultima fase della produzione, il montaggio delle parti e il packaging finale, restituendo a Napoli un ruolo nell’intero sistema industriale globale, contribuendo alla riduzione generale dei prezzi dei prodotti finiti e sviluppando occupazione.

 

Carcere e Amnistia

 

Napoli deve rivedere il rapporto carcere-città, esprimendo la necessaria pressione per sollecitare l’amnistia a livello nazionale, indicandola come priorità per il prossimo governo, incominciando a predisporre specifici percorsi di reinserimento della popolazione oggi detenuta, anche attraverso il dialogo con il mondo imprenditoriale e professionale, insieme a quello della formazione..

 

Coppie di fatto (Pacs) e sessismo

 

La prossima amministrazione comunale di Napoli dovrà lavorare per il riconoscimento e parificazione delle coppie di fatto nelle scelte complessive della politica comunale, normando in modo da rispettare le numerose famiglie esistenti e non basate sul matrimonio. Allo stesso modo deve provvedere ad eliminare, in ogni proprio atto, qualunque riferimento di genere, superando il rischio sessista, ad esclusione degli atti relativi alla maternità, che richiede ovvie precise attenzioni.

 

Politiche di sostegno alle donne che decidono di abortire

 

Il Comune di Napoli deve realizzare una politica di comunicazione che permetta la diffusione della conoscenza del metodo abortivo alternativo non cruento, praticato attraverso la sperimentazione della pillola RU486, eseguendo anche specifiche pressioni in ambito provinciale, regionale e nazionale, per superare l’ostracismo dettato da ambienti clericali che consente l’adozione impropria e stravolta del concetto di obiezione di coscienza, spesso in contrasto con i principi di fondo su cui si dovrebbe basare l’azione di qualunque medico.

 

ICI degli Enti Cattolici

 

La città deve sollecitare governo e parlamento perché si cancelli lo scandalo della esenzione dall’Ici per quegli edifici esenti perché di proprietà del Vaticano o della Chiesa Cattolica, non destinati al culto ma all’esercizio di attività di tipo commerciale.

 

Sostanze stupefacenti

 

E’ urgente istituire una specifica politica di attenzione per il fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti, specie nei giovani, attuando una politica di comunicazione e informazione tesa alla dissuasione dell’uso delle sostanze più pericolose, compreso l’alcool, e alla evidenza del danno sociale perpetrato dai cartelli dello spaccio sull’intero sistema città, coordinando, invece di subire, tutte le politiche necessarie insieme agli altri attori istituzionali. Valutando concretamente l’ipotesi di sperimentare, sul territorio comunale, pratiche di distribuzione controllata di droghe, sfruttando la parte positiva delle esperienze olandesi e svizzere. Ricordando che la droga è, di fatto, già “libera”, poiché è certamente la sostanza più diffusamente reperibile in città, in qualsiasi luogo e a qualsiasi ora.

 

Traffico e logistica urbana

 

Napoli deve realizzare una politica di miglioramento all’accesso e vivibilità cittadina, cominciando a formare alle metodologie di ascolto interno le organizzazioni che vivono il traffico, quali i tassisti, la polizia municipale e i conducenti di autobus, insieme alle associazioni di automobilisti e pedoni, perché sappiano poi fornire il dovuto supporto alle scelte relative al traffico e ai parcheggi nella città, in un modello fortemente partecipativo. Nel contempo si deve provvedere ad automatizzare, per quanto possibile, la gestione del traffico automobilistico attraverso la creazione, oggi economica, di una rete radio tra le centraline di programmazione dei semafori, così da poterle riprogrammare in modo centralizzato in funzione di eventi straordinari o modifiche dei flussi di traffico. Allo stesso tempo si deve provvedere affinché cessi ogni forma di tolleranza, oggi praticata, all’uso delle corsie riservate, riducendo anche i permessi di transito, e la tolleranza alla pratica rinata del parcheggio vietato.

 

Spiaggia balenabile sul litorale cittadino

 

Il Comune di Napoli deve lanciare, di concerto con la Regione, un programma di finanza di progetto che coinvolga un soggetto privato, anche nella forma di consorzio tra i maggiori attori portatori di interesse, affinché venga realizzata una spiaggia pubblica nel tratto che va dal molo di Mergellina al Castel dell’Ovo, completata dalle infrastrutture necessarie all’uso e accesso alla stessa, in modo da non stressare la vivibilità cittadina, facendola gestire poi in concessione per un  congruo periodo. Non trascurando la vocazione velistica della città, che può ospitare, da subito, importanti regate di livello internazionale, capaci di produrre un indotto occupazionale, in particolare nei settori del turismo e della ricettività, di elevato interesse.

 

Ricettività alberghiera di costo medio-basso

 

Si devono costruire, anche con cofinanziamenti comunali, le condizioni per cui Napoli possa divenire attrattore specifico di flussi turistici e convegnistici, anche finalizzando un consorzio partecipato con i maggiori stakeholders cittadini coinvolti dal turismo, creando in parallelo le condizioni perché si strutturino in città reti di accoglienza alberghiera di classe media, supportando adeguatamente anche la realizzazione e la gestione di nuovi bed & breakfast.

 

Rischio Vesuvio per Napoli

 

E’ necessario che la città attui una politica di maggiore attenzione al rischio Vesuvio, in particolare per le ripercussioni cittadine sia nel caso di fenomeni che possono coinvolgere direttamente aree urbane, sia per essere pronti anche alla ripercussione che potrebbe avere una improvvisa migrazione di popolazione all’interno della cerchia urbana, problema oggi sostanzialmente ignorato.

 

Democrazia partecipativa per ambiente e sviluppo economico

 

E’ urgente aumentare, in modo organico e strutturato, la capacità di ascolto, della amministrazione comunale di Napoli, per cogliere critiche, suggerimenti e pareri di tutti i portatori di interesse, interni ed esterni al sistema città, cominciando dal modello di Agenda 21, realizzandola per Napoli, intuendo come la vivibilità ambientale della città è il paradigma da cui partire per lo sviluppo economico, culturale ed educazionale, primo passo per sconfiggere la camorra. Creando, in modo concreto e tangibile, la prima esperienza proprio nelle aree di Napoli Est e Bagnoli, verso cui si stanno concentrando le attenzioni dei maggiori investitori provati, locali e non. E inserendo, in questo ambito, la necessaria discussione pubblica tesa a risolvere il problema della gestione dei rifiuti, adoperandosi per sottrarla al controllo malavitoso e generando nella popolazione le consapevolezze indispensabili alla realizzazione di uno o più termovalorizzatori cittadini, come già accade a Parigi e in Austria, insieme ad una politica di raccolta, ma anche gestione, dei rifiuti riciclabili, cominciando dal ciclo dei rifiuti organici anche per la generazione di gas metano.

 

Supporto al sistema degli artisti napoletani

 

Il Comune di Napoli deve istituire un dialogo più forte con il sistema dell’arte cittadino e del primo hinterland, partendo dal supporto alle iniziative e alla produzione degli artisti napoletani, in particolare quelli meno sostenuti dalla finanza pubblica, come gli artisti di arte figurativa contemporanea, sostenendo il sistema delle gallerie e degli istituti d’arte cittadini, non solo nello sfruttamento delle strutture pubbliche esistenti, museali e didattiche, ma anche incentivando l’esposizione di lavori di artisti napoletani attraverso la loro presentazione in Europa e nel mondo, sollecitando il mondo privato a sostenere con sponsorizzazioni significative l’intero progetto sull’arte della città. Cominciando a ridurre gli ingenti impegni economici protesi verso importanti artisti internazionali, sempre gli stessi, la cui presenza quasi costante ed esclusiva a Napoli non ha coinciso con nessuna attrazione verso la città di flussi turistici o attenzioni internazionali particolari. Ad oggi nessuno immagina di scegliere Napoli per vedere Kounellis o Palladino.

 

Sicurezza urbana

 

La messa in sicurezza della città è connessa all’insieme di azioni tese a creare sviluppo economico e integrazione sociale nella città e nel suo hinterland, insieme alle esigenze di aumento del sapere attraverso la formazione, sia di tipo specialistico che di recupero delle prerogative artigianali locali, spesso a rischio di estinzione. Azioni da compiere insieme ad un piano speciale di supporto alla industria dell’intrattenimento, attuando specifici programmi di sorveglianza del territorio, anche fino a notte inoltrata, tese a dissuadere l’aggressione continua oggi esistente, spesso legata ad un vandalismo sociale creato dal malcontento diffuso e dalla incultura dei giovani abbandonati a se stessi. Ma anche liberalizzando in modo concreto la concessione di licenze commerciali, partendo dalla ristorazione e dalla vendita di prodotti locali e artigianali, incentivandole specialmente nelle zone ritenute più a rischio. La sicurezza passa anche attraverso il rilancio dei progetti di delocalizzazione o di realizzazione di grandi momenti di aggregazione oggi soffocati all’interno della città, cominciando dalle strutture universitarie e sportive, che porterebbero grande rinascita delle zone della periferia, sia per l’impatto culturale che per l’indotto. Qualunque formula repressiva venga messa in atto come emergenza, rappresenterebbe invece un contentino momentaneo da cui non si otterrebbe alcun risultato concreto di lunga durata. Ameremmo forze dell’ordine e magistratura integralmente e costantemente dedite ad applicare almeno le leggi esistenti. Per quanto riguarda lo sradicamento della camorra cittadina, è necessario cominciare dall’eliminare dalle sue mani i vantaggi economici espressi dallo spaccio di droghe e dallo sfruttamento delle persone, attraverso politiche diffuse di informazione sui danni perpetrati, rivolte in particolare ai giovani, e alla sperimentazione di distribuzione controllata di droga, insieme ad una più attenta politica di controllo giudiziario, fiscale e finanziario da sollecitare verso quelle aziende già fortemente chiacchierate in città.

 

Posizione politica in generale

 

La premessa politica da porre, per chi non mi conosce personalmente, è l’evidenza con cui sposo integralmente i 31 punti espressi dalla Rosa nel Pugno nella sua convention costituente tenutasi a Fiuggi alla fine di Settembre 2005, riepilogati nel suo programma, elemento guida del mio impegno politico attuale, che si esprime attraverso la mia iscrizione al Partito Radicale e alle altre sue espressioni, da oltre venti anni, con maggiore attenzione alle specifiche indicazioni espresse direttamente da Marco Pannella. Ammettendo che spesso, per miei limiti, sono costretto ad adeguarmi ancor prima di comprendere, avendo poi sempre verificato la saggezza delle sue intuizioni. Immaginando utile alla società italiana, e alla nostra città, la necessità di una unificazione di progetti, organizzazione e simbolo tra le diverse componenti della Rosa nel Pugno, auspicando in particolare la più ampia collaborazione tra le sue espressioni sul territorio napoletano, costituite essenzialmente dalle due associazioni radicali esistenti a Napoli, “Ernesto Rossi”, di cui faccio parte, e “Città Metropolitana”, insieme ai socialisti espressi dallo SDI e dalle sue associazioni. Augurandomi che presto non vi sia più nessuna distinzione tra l’una e l’altra organizzazione, uniti nel progetto comune della RnP, espressione unica delle istanze liberali, laiche, socialiste e radicali, anche all’interno del confronto che si è aperto proprio a partire dagli appoggi alle candidature a Sindaco di Napoli.

 

E’ evidente quindi che mi rifaccio ad una forte convinzione politica, che non è solo quella della morale del fare, di matrice qualunquista, ma anche quella del pensare, del discutere, del programmare. All’interno delle indicazioni che si rifanno a Loris Fortuna, a Blair e a Zapatero, testimoni di una possibile realizzazione positiva delle aspirazioni riformiste che provengono da un lungo e antico lavoro ideale.

 

Sposo, altrettanto con i dovuti distinguo, le 10 intese proposte dalla Unione degli Industriali rivolte ai candidati sindaci, che ho contribuito a formulare attraverso il mio lavoro all’interno della Giunta dell’Unione, di cui sono componente, riconoscendone il valore come espressione dell’associazionismo imprenditoriale, ma non potendomi esimere dalle critiche da esprimere per alcuni elementi legati alla sua gestione e alla sua rappresentatività, schiacciate da monopoli aziendali locali e da una diffusa sudditanza rispetto al governo politico cittadino e regionale: sudditanza che non aiuta, in termini propositivi e progettuali, gli stessi governi.

 

Ritengo che la candidatura di Malvano da parte del centrodestra sia caratterizzata dalla indispensabilità che hanno avuto di presentare, come candidato consigliere comunale e non come Sindaco, l’On. Silvio Berlusconi. Segno del fortissimo timore della debacle elettorale, determinata da una politica di opposizione inesistente perpetrata negli ultimi dieci anni, che non può non lasciare immaginare una commistione di interessi particolari con il governo centrista e di sinistra espresso a Napoli e nella Regione. Una opposizione migliore, più coraggiosa e più strutturata, renderebbe più attento e produttivo il governo cittadino. E da sempre manca il coraggio al centrodestra di proporre candidati eccellenti, che pure esistono. Questo rammarico lo condivido spesso con tanti amici di Alleanza Nazionale, che hanno il pregio di concedersi con me il lusso del confronto.

 

La candidatura di Rosa Russo Iervolino rappresenta una sudditanza alle modalità oligarchiche con cui viene gestita Napoli. La candidatura di Marco Rossi Doria parte proprio dalla denuncia di questo errore di metodo, che dimostra come il duopolio Bassolino-Iervolino non sa prestare ascolto alle istanze effettive dei cittadini, indifferente alle critiche, rinunciando al confronto in uno spazio pubblico partecipativo. Seguendo le indicazioni di Biagio de Giovanni, sottolineo la necessità di affrontare il rischio insito nel far politica. Se la politica non viene affrontata con il coraggio di affrontare i rischi, si ottengono i risultati attuali, quelli dello scempio ottenuto negli ultimi cinque anni che ha ridotto Napoli in ginocchio, come una nobile decaduta, una capitale finita. I grandi progetti per Napoli sono bloccati, languono proprio le idee, mancano i progetti veri e immediatamente realizzabili. Anche perché in tanti si sono “accomodati” all’interno della palese oligarchia, destinata a essere sconfitta proprio dalla sua incapacità all’ascolto.

 

In modo analogo, seppur con i normali distinguo, necessari proprio dalla forma del progetto politicamente variegato sottostante, appoggio la candidatura a Sindaco e il programma di Marco Rossi Doria, nonché il suo coraggio nell’opporsi alla oligarchia prevalente, integrandolo con le indicazioni, analisi e progetti espresse da Aldo Loris Rossi per la città. La candidatura di Marco Rossi Doria, specie se sostenuta da un numero elevato di voti, già segna un cambiamento nella politica cittadina, in cui si somma il dissenso della società civile alla protesta degli oltre diecimila esclusi a cui la città e la sua amministrazione non hanno dato sufficiente attenzione e ascolto.

 

 

Curriculum essenziale

 

Sono padre di una adorata figlia di otto anni, concepita con la mia ex moglie, e aspetto una figlia a giorni dalla mia compagna, già madre di una bambina di sette anni e con cui vivo al Vomero. Parlando con mia figlia vi dirà che sono già tre sorelle.

 

Sono un esperto di informatica gestionale, settore in cui opero ormai da oltre venticinque anni, sono giornalista pubblicista e da un paio di anni scrivo su un quotidiano economico locale, gestendo una rubrica giornaliera in cui ho la grande libertà di esprimere le mie opinioni, grazie alla liberale lungimiranza del suo direttore.

 

Curo come passione il mio rapporto con l’arte contemporanea, seguendo e supportando, quando ci riesco, la produzione artistica attraverso una associazione culturale che presiedo.

 

Sono portatore di una invalidità del respiro, apnea notturna, diagnosticata due anni fa, che mi costringe all’ausilio di un dispositivo di respirazione forzata durante le ore di sonno. Malattia che ha prodotto, fino alla diagnosi, una lenta regressione delle mie facoltà fisiche e mentali, fino a correre il rischio di perdere la vita, e che mi ha illuminato sul funzionamento pessimo della sanità locale.

 

Ho 43 anni e sono nato a Posillipo, ho vissuto per la maggior parte del tempo a Parco Grifeo, a Chiaia, quartiere in cui mi confrontavo con quelli che chiamavamo “chiatilli”, ignavi figli di una Napoli borghese che ritrovava nella destra retriva degli anni ’70 la propria sottocultura, sfociata poi nel qualunquismo perbenista. Preferivo le scorazzate nei Quartieri Spagnoli, che si concludevano sempre in una friggitoria molto in voga e molto popolare nella zona, o a bere limonate dal famoso acquafrescaio della Torretta, o a comprare gelati e caffè nella zona degli chalet a Mergellina. Causa anche questa dei miei 130 chili di peso.

 

Negli ultimi dieci anni ho vissuto in prevalenza nella zona di Piazza Mazzini, lavorando invece nella mia azienda, nata in un appartamento-ufficio situato in una traversa al termine di Via Arenaccia, nel 92. Convinto che l’indotto del centro direzionale avrebbe rivitalizzato quella zona. Così non è stato. Alla fine del ’94 ho trasferito le mie attività a Furoigrotta, dove sono rimasto fino al 2004, quando per motivi di salute ho ridotto le mie attività.

 

Da ragazzo, ricordo che ho lavorato come esattore per un legale che recuperava i crediti della SIP, avendo Scampia come zona.. Erano gli anni ‘80 e le famiglie che incontravo, spesso indigenti, mi raccontavano l’orrore delle pareti che si foravano con una mano e l’inesistenza delle sottostrutture non realizzate nei domicili delle vele.

 

Per lavoro e per passione ho conosciuto tanta parte della mia città, profondamente, grazie alla mia insanabile curiosità per l’altro che mi ha sempre portato a raccogliere le testimonianze dei luoghi e delle persone.

 

La verità è uno dei miei valori principali, uniti ai concetti di giustizia e libertà, miscela che non può prescindere dall’emozione con cui mi faccio trasportare nel mio agire.

 

Giacomo Nardone, maggio 2006