Consenso su Grazzanise   

Quello che viene fuori dall’interessante convegno sul sistema aeroportuale della Campania, organizzato dalla Università Federico II in collaborazione con la Regione Campania, è il raggiunto consenso sulla fattibilità del progetto regionale. Consenso che l’assessore ai Trasporti, Ennio Cascetta, è riuscito a costruire con l’apporto, una volta tanto, anche dell’opposizione. Precisando che la realizzazione, o trasformazione, di un aeroporto non è una operazione di poche settimane o mesi, Cascetta, evidenziando i risultati di successo effettuati con l’operazione Baa-Gesac sull’aeroporto di Napoli, ha indicato i passi da compiere a breve per giungere ad un punto di non ritorno sul piano di sviluppo della rete aeroportuale campana. Il primo è quello di definire con la Difesa i tempi per il primo decollo civile dalla pista casertana, pur in una condizione di gestione condivisa delle attrezzature, nella prima fase. Il secondo, sul quale si osa poco parlare, è quello di affidare da subito la gestione, tramite appalto, dell’intero sistema che vede anche il polo di Pontecagnano completare la rete intermodale. Garantendo l’avvio o il completamento dei lavori di interconnessione con le metropolitane cittadine e regionali insieme al potenziamento e realizzazione degli assi di raccordo autostradale. Confortato dallo studio di fattibilità presentato a luglio scorso, realizzato da T-Bridge, Stipe e Naco su commessa della Regione, Cascetta ha dimostrato quella capacità operativa propria dell’assessore tecnico, consapevole della necessità di porre la politica degli scontri in un cassetto, rilevando come su questo tema vi sia ormai, dopo ben quaranta anni di parole, quel consenso che lo studio stesso evidenzia come uno dei fattori determinanti per il successo. Forte è la difficoltà che vi sarà nel percorso obbligato che vedrà la necessità di affidare ad un unico gestore i tre aeroporti. Necessità che si pone per non creare ridondanze di offerta e duplicazione nei costi di gestione, in una ovvia economia di sistema non derogabile. Ed è evidente a tutti che la Gesac, con la sua partecipazione pubblica e maggioranza privata, concessionaria per i prossimi 40 anni di Capodichino, dovrà divenire l’attore principale di questa gestione, come anche auspicato dall’Enac in modo chiaro, forte anche della recente certificazione ricevuta in tempi encomiabili. In Gesac vi è il modello di una delle più riuscite privatizzazioni, un vero case study, capace di invertire la proporzione tra i ricavi aeroportuali, portando a due terzi quelli non connessi al traffico aereo, e portando l’indotto occupazionale a circa 10.000 unità, come evidenziato da Mauro Pollio, presidente della società. Il punto sarà quello di rendere possibile la gestione ad un soggetto, seppur in un regime di bando di gara, che non può esserne escluso, sena violare le norme sulla libera concorrenza. Risultato forse ottenibile con una nuova società di gestione che veda una partecipazione significativa proprio della stessa Gesac. Accelerando i tempi come chiesto pure dal generale Francesco Bianco, capogruppo regionale di Forza Italia, presente ai lavori, e da tutti gli abitanti campani.