Maltrattamento degli animali: la triste verità da conoscere   

Gli scorsi primo e 2 aprile la Lav, Lega Antivivisezione, organizza nelle piazze italiane una campagna di sensibilizzazione sul fenomeno del randagismo per far conoscere all’opinione pubblica le condizioni di vita dei cani detenuti nei canili, denunciare l’esistenza di strutture “lager” nel nostro Paese e il business milionario innestatosi su di essi. Molti Comuni sono incapaci di gestire il randagismo e appaltano a privati la gestione del canile, pagando una diaria che varia dai 2 ai 7 euro giornalieri per cane, un giro di denaro che si aggira intorno ai 500 milioni di euro all’anno. Un canile con mille cani può arrivare ad aggiudicarsi un appalto di 2,5 milioni di euro. Persone senza scrupoli, attirate dalla possibilità di accumulare molto denaro con pochi rischi, hanno costruito sulla gestione dei canili un business. Lasciati operare da istituzioni compiacenti, lucrano sulle sovvenzioni pubbliche raccogliendo centinaia di cani e relegandoli in strutture inadatte dove vivono in spazi angusti e sovraffollati, denutriti e in condizioni sanitarie inadeguate. I controlli sono carenti, i maltrattamenti all’ordine del giorno, le malattie dilagano, la mortalità supera anche il 50 per cento. Per modificare lo stato di cose la Lav chiede nuove leggi per contrastare il randagismo e incentivare le adozioni, per fissare dei vincoli precisi sulle strutture adibite a canili, affinché gli animali che non hanno una famiglia possano avere la speranza di essere affidati e, finché sono ospiti dei canili, condurre una vita sana e non subire maltrattamenti. Ai tavoli della Lav è stato possibile firmare le due petizioni (una rivolta al Governo, l’altra alle Regioni), e sostenere l’associazione acquistando il tradizionale uovo di cioccolato della Lav, realizzato con cioccolata e sorpresa provenienti del mercato equo e solidale, per una festa all’insegna del rispetto dei diritti di tutti gli esseri viventi. Con quest’iniziativa si spera anche di dare una voce alle denunce contro l’esportazione in massa di animali randagi verso paesi, come la Germania, dove vengono praticate abominevoli massicce sperimentazioni su animali vivi, ormai dimostratesi inutili e superate, alimentando una sorta di contrabbando di viventi di taglio milionario, ma che rappresenta brutalità degne del più retrivo Medioevo.