E' Boffa il candidato ideale   

A breve l’Unione degli Industriali di Napoli dovrà esprimere il nuovo presidente, e già assistiamo a poco edificanti atteggiamenti di tensioni che non si addicono allo stile che l’associazione esprime.Non siamo una organizzazione di tipo politico, per cui varrebbero i principi di “discussione pubblica” citati dall’indiano Amartya Sen nel bel libro “La democrizia degli altri”, Ed. Mondadori, che consiglio di leggere in questi mesi di tensione con il Medio Oriente e con il forte sviluppo di Cina e Russia.Le dimissioni di Sergio Fedele dalla Presidenza del Cesvitec, come atto di protesta verso normali e sincere “esternazioni” del Presidente della Camera di Commercio Gaetano Cola, sono un eccesso di reazione che sottolinenao tensioni ingiustificate e si dimostrano incoerenti, se non accompagnate anche dalle dimissioni dal Consiglio della Camera, che deve rimanere super partes nelle attività delle singole associazioni di rappresentanza..Presto andremo dai Saggi dell’Unione a esprimere indicazioni e già sappiamo che saranno sottoscritte le candidature di Carlo Boffa, di Marco Zigon e di Mario Maione (in ordine di apparizione).E’ questo il momento in cui vanno cancellate le ipocrisie e gli isterismi e si dia respiro alle indispensabili attività di lobbing di cui l’imprenditoria napoletana ha bisogno per creare sviluppo, competizione e ricchezza nella nostra area. Divenendo attrattori non solo per investimenti stranieri, ma anche per permettere a Telecom, Fiat, Finmeccanica & Co. di individuare nei nostri territori (ancora per poco obbiettivo uno) i motivi per riposizionare investimenti, incrementando le attività di subfornitura, di produzione di servizi, di software, esaltando le capacità specifiche che rappresentiamo, aiutando anche la nascita di consorzi e alleanze capaci di guardare verso l’estero.Vanno quindi urgentemente superate le logiche spartitorie, i tentativi di questo o di qullo di “certificare” la propria candidatura in funzione del legame più o meno diretto con Presidenti in uscita o in entrata. Le domande principali che dobbiamo porci sono se il candidato che preferiamo sarà in grado di relazionarsi da pari con il mondo della Grande Impresa, di essere attrattivo per nuove adesioni al Sistema espandendo la base associativa, di indicare un nuovo Direttore che sappia “mettere mano” alla riorganizzazione della struttura, casomai scelto all’interno stesso della struttura napoletana, di far sentire ciascun associato parte di una lobby allargata, di relazionarsi con il governo cittadino, con le istituzioni, con il sistema creditizio, per ciascuna istanza, grande o piccola che sia, espressa dal nostro sistema datoriale, di non creare uno scollamento, un isolamento dal resto dell’intero Sistema Confindustriale.Non è il leader affascinante che dobbiamo cercare, espressione di un modo di fare politica-spettacolo che un po’ ci ha stufato, ma qualcuno che ci sappia fare, che non diventi burattino di terzi, che non cerchi clamore o luci della ribalta, che non rappresenti terzi ignoti, che lavori con polso e autonomia. E nessuno può negare al Presidente Carlo Boffa di avere tutte le caratteristiche descritte e di avere già ottenuto successi nelle proprie attività associative, senza clamori eccessivi, com’é giusto che sia. In ogni caso mi auguro che si arrivi a quella comunione di intenti, fuori dalle logiche delle poltrone, fuori dalle liti chiassose, che riporti quell’ordine e stile che ci appartiene, non dimenticando che, in ogni caso, chi uscirà vincente dalle elezioni sarà il Presidente di tutti.