Evoluzione dell’Università: le richieste di Confindustria   

Parte da Confindustria un chiaro segnale al prossimo Governo del paese sulle necessità che le imprese manifestano per una Università migliore e meglio calata nella realtà del Paese. A monte del Documento Comune Università, siglato da diciotto associazioni imprenditoriali, Confindustria pubblica due documenti di grande rilevanza per individuare in modo fortemente operativo alcune strategie e azioni da porre in essere in tempi brevi per incrementare la competitività dell’intero sistema. La necessità di cambiamento è evidenziata da un completo set di dati statistici forniti da Confindustria per rafforzare le proprie tesi e individuando cosa fare a breve. Partendo dal completamento della autonomia, L.168/1999, a cominciare dalla possibilità di decidere in materia di assunzioni di docenti, sulla retribuzione loro e dei ricercatori, sui curriculum, sulle rette e sulle scelte di selezione all’ingresso. A questo si aggiunge l’evidenza di aumentare, per gli studenti, la disponibilità di borse di studio e prestiti d’onore spendibili dagli studenti in tutte le università, diminuendo il divario che esiste tra l’incidenza italiana di questa voce sul Pil, 0,14 per cento, e l’incidenza Ocse, 0,25 per cento. Secondo Confindustria deve anche aumentare il finanziamento alle Università, ma all’interno di un sistema premiante che veda almeno il 20 per cento legato a parametri qualitativi, come quelli ben sperimentati da Cnsvu e Civr, ma anche sulla capacità di internazionalizzazione e sulla collaborazione con il mondo imprenditoriale. Possibilità questa stimolabile dalla necessità di consentire importanti agevolazioni fiscali alle imprese che investono in Università e ricerca, anche attraverso percorsi professionalizzanti da realizzare insieme. Ma il punto cruciale su cui ci si dovrà confrontare, con decisione da prendere nei mesi a venire, è la richiesta, proveniente da più parti oltre che da Confindustria, di abolire il “valore legale” del titolo di studio, passando ad un sistema di accreditamento flessibile sulla base di modelli europei e internazionali, affidato ad organismi abilitati dal Miur, ma da questo necessariamente indipendenti.