I valori in diretta televisiva e l’esempio per i più giovani   

Perché meravigliarsi del gruppo di ragazzi che ha ritenuto utile fotografare il corpo martoriato della donna che, ad Asti, è precipitata dal suo balcone su di una cancellata appuntita? La morale non è più determinata oggi né dall’educazione familiare, né da quella scolastica e né da quella religiosa. Il parametro del bene e del male oggi è scandito dalla profilazione del target deciso dalla televisione. E in Italia siamo soggetti al bipolio ben noto tra Rai e Mediaset. La prima a traino della seconda nel decidere cosa mandare in onda e a quale fascia oraria. E così i nostri ragazzi, fascia di primo interesse per qualunque azione di marketing in Italia come in Usa, possono “zappingare” di qua e di là, ma alla fine si ritrovano infilati nell’imbuto che li porta, dal pomeriggio alla sera inoltrata, a sintonizzarsi su Italia 1. Così come gli anziani e le casalinghe sono indirizzati, dal palinsesto, verso Rete 4, lasciando che gli adulti si godano Canale 5. E cosa abbiamo in onda su Italia 1? Violenza, violenza e ancora violenza. E’ il canale del wrestling e dei film arcade, della brutalità di cafoni americani sempiternamente dotati di codini e capelli impomatati, muscolosi dementi armati produttori di esplosioni e sparatorie degne delle ultime rapine ai portavalori e utilizzatori di donne-oggetto malvestite. A far da pausa a questi modelli negativi abbiamo le ignobili trasmissioni di falsa realtà, in cui appaiono sottoculturati giovanotti e fanciulle semidesnude che, tra un saltello e un vocalizio, esprimono continui litigi e aspri dissensi, basati sui disvalori esistenziali della gelosia e dell’invidia. Immaginate che sia possibile far qualcosa per frenare questa valanga di sesso e sangue che ipnotizza i già tanto vessati nostri ragazzi? Gli sforzi di poche famiglie dotate dei prncipi essenziali di libertà e onestà sono sistematicamente resi vani dal sistema di consumo superfluo e senza regole in cui siamo ormai miseramente immersi, che spinge ormai verso attitudini negative anche moltissimi minorenni. Strano che non si assista a nessun intervento decisivo da parte della moralità ecclesiastica, spesso così attenta a sconsigliare l’uso di preservativi, piuttosto che a incidere seriamente sulla moralità comune. Augurandoci che non ci sia ormai arresi tutti, per sopraggiunto stress da sopraffazione.