Sicurezza dei cittadini, priorità assoluta   

Domenica di Pasqua, durante la messa di mezzogiorno, è stata fermata dagli abitanti di un condominio al centro del Vomero, vicino Piazza Bernini, una giovane nomade sorpresa con due suoi compagni a tentare un’effrazione in un appartamento. Il custode dello stabile, insieme ad alcuni inquilini, ha prima inseguito e poi trattenuto la donna, chiamando subito il 113. Purtroppo l’attesa della volante è durata un’ora, tra numerose chiamate effettuate senza esito da cittadini esacerbati. Giunta la pantera della Polizia, i due agenti hanno preso in consegna la donna, facendo capire chiaramente che, senza una denuncia e fatti circostanziati da prove, la “signora” sarebbe stata a stento identificata e poi accompagnata al proprio campo, poiché di fatto non era stato commesso nessun reato. E a nulla sarebbe valso il fatto che la donna, a seguito della perquisizione, fosse stata trovata in possesso di un grande giravite lungo quasi un metro insieme a diversi rettangoli in plastica palesemente utilizzati per aprire serrature. La rabbia e la rassegnazione dei cittadini era tanta, come capita in questi casi. Con una domanda centrale: che fare? Come fare ad aumentare la sicurezza a Napoli e in altre grandi città, mantenendo alti i valori di garanzia necessari alla convivenza civile? Qualcuno, nei giorni scorsi, ha fatto riferimento al Sindaco di New York, Rudolph Giuliani, e al rinnovo di aree come Brooklyn e China Town, prima infrequentabili. Forse, purtroppo, dobbiamo constatare di non essere in America. Ma certamente è possibile immaginare un gruppo di giuristi napoletani che, riuniti in associazione con i cittadini, possano stilare una legge di iniziativa popolare tesa ad indicare la via, a magistrati e forze dell’ordine, per aumentare la tutela della sicurezza. Provvedimenti urgenti da affiancare alle iniziative culturali e politiche da agire, negli anni, sul territorio. Mettendo mano intanto alla parodia delle nostre carceri piene per la metà di immigrati che meglio sarebbe espellere, liberando con una amnistia quelle persone, spesso inutilmente detenute per piccoli reati legati alle droghe. Ma forse tanta pratica civile sarebbe osteggiata da chi, con il sistema delle carceri, guadagna cifre spropositate.