Coppie di fatto e Pacs: tutelare le famiglie naturali   

La base principale su cui discutere in tema di coppie di fatto, e del possibile patto civile di solidarietà, il Pacs, è data dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione, insieme a tutte le norme legate al diritto di famiglia e della sua rivoluzione attuata nel 1975, che giustamente cassava la gerarchia maschilista determinata durante il fascismo. Certamente nella Costituzione si indica come il matrimonio sia la forma di famiglia a cui rivolgere maggiore attenzione, proprio per la sua insita stabilità rispetto alla convivenza senza regole. Ma alla famiglia si riconosce anche la sua caratteristica di “società naturale”, cioè la si riconosce come un nucleo di persone che si formerebbe anche se lo Stato non ci fosse. Così come si garantisce ai figli interni ed esterni al matrimonio la totale parità di diritti.
Cosa vuole introdurre la discussa proposta di realizzare i Pacs anche in Italia, ultimo paese europeo a non averne una regolamentazione? Semplicemente aggiungere alcune opportunità, oggi negate, che chiunque riconoscerebbe come diritti, come, per esempio: assistere il proprio partner in ospedale, partecipare alle decisioni che riguardano la sua salute e la sua vita, lasciare in eredità il proprio patrimonio senza le gravose imposizioni fiscali previste per un estraneo, fino a diritti come quello alla casa e al mantenimento.
Purtroppo, mentre si vive la propria convivenza con gioia e amore, non sempre si presta attenzione a quei disagi che si incontrerebbero in momenti difficili futuri. Viviamo in una società che ha l’ipocrisia di scomunicare i divorziati, tranne se hanno ricevuto il sacro annullamento anche in presenza di figli, questione ormai solo di disponibilità economica per imbastire la causa cattolica. Ma, per fortuna, viviamo anche in una società che alla famiglia, intesa come società naturale, dà importanza di per se, senza terzi che la avallino, fin dalle intenzioni dei padri costituenti. Si tratta di legiferare l’esistente, di normare i diritti di chi, in barba ad ogni anatema, vive realtà che sono diffuse e accettate, senza scandalo, da tutti. Senza scandalo e senza sessismo anche nei confronti di quelle persone, di quei cittadini, che esprimono il loro amore ed il loro affetto convivendo, anche quando di sesso omologo.