Amici di vecchia data   

Caro direttore, senza falsi nazionalismi, c’è da sottolineare l’infelice porzione di discorso che Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York dal cognome familiare, dedica all’Italia durante il suo applaudito intervento alla Convenzione Repubblicana statunitense. Il discorso di Giuliani è stato, ovviamente, incentrato sul terrorismo, con continui riferimenti alle Twin Towers e alla capacità di George W. Bush di reagire militarmente in Afghanistan e Iraq. Non è commentabile il populismo generico del discorso: in America si fa politica con il proselitismo qualunquista, da entrambi i lati, con un livello che a noi europei può anche apparire volgare. Ma anche con parole per persone semplici, Giuliani questa volta ha esagerato, senza ritegno per le relazioni internazionali che mantiene con quei paesi che dovrebbero essere amici ed alleati, e non da oggi. Dopo aver definito New York capitale del mondo (ma non era già Roma caput mundi in un altro impero?), Giuliani ha tentato un percorso storico sul terrorismo, partendo dal 1972 con le olimpiadi di Monaco giungendo subito all’episodio dell’Achille Lauro nel 1985, quando il lungimirante statista e compianto nostro Presidente del Consiglio di allora, l’onorevole Bettino Craxi, scelse di non consegnare i terroristi agli Usa, contrapponendo i Carabinieri ai Marines, per motivazioni che lasciamo approfondire a chi legge e che invece Giuliani individua semplicemente nel timore di rappresaglie. Questo episodio viene definito da Giuliani come quello che ha insegnato ai terroristi la possibilità di intimidire il mondo accusando l’Europa di rispondere spesso con “accomodament, appeasement and compromise”. Grazie quindi all’Italia, i terroristi avrebbero imparato che ad una loro maggiore barbarie aumentavano l’ascolto per la loro causa, acquisendo un “biglietto d’ingresso” per i tavoli internazionali di trattativa. Se questa è la politica americana di relazioni con l’Italia, allora penso che sia lecito sospettare che Hyperion a Parigi sia stata la fucina della Cia che ha condotto le operazioni per il rapimento e l’uccisione del Presidente Aldo Moro, pur di non avere il Pci al governo. Se questa è la posizione degli amici del Presidente Bush, allora mi viene da pensare che i nostri uomini a Nassirya sono carne da macello. Pretendere scuse diplomatiche ufficiali non compete a queste righe, la dignità del nostro paese è affidata ad altri, elettivamente delegati a questo. Delegati a pretendere il rispetto che i nostri attuali sacrifici e rischi comportano. Infangarci e infangare il nostro passato non è da vecchi amici, come lo sono per noi gli Usa; e proprio le difese delle scelte di un vecchio amico qualcuno a Roma dovrebbe avere voglia di prendere, almeno per riconoscenza.