La sfida della divergenza: meglio prepararsi al nuovo futuro   

La tecnologia è ormai matura per produrre, da qui ai prossimi trentasei mesi, una serie di affascinanti dispositivi che cavalcano la moda dell’integrazione tecnologica e la passione per il nuovo che attira in tanti. Pronti a comprarsi un rasoio elettrico che produca brani musicali Mp3, con il volume automaticamente regolato per sovrastare, di poco, il ronzio elettrico che scuote le lame.
Ma forse più semplicemente un telefonino che sia anche tv e telecamera, macchina fotografica e visualizzatore di immaginai, registratore vocale e riproduttore musicale. Bello. Specie se completato da sistemi evoluti di instant messaging, che la posta elettronica l’è bella e che superata, integrati con agenda, blocco di appunti, schedari vari e altre amenità, sincronizzabili con il computer a casa e in ufficio. E, perché no, anche da un tot di giochini demenziali, talvolta predisposti per giocare on line e in rete.
Completati dalla ampia possibilità di modificarne, si dice personalizzarne, l’aspetto, non solo visivo, ma anche acustico, attraverso un selvaggio scaricare di suonerie da internet. Dicevamo che tale scienza chiamasi convergenza: apparentemente per l’offerta integrata, convergente appunto, di una moltitudine di attrezzi in uno solo, ma effettivamente utile solo a far convergere nuovi volumi di traffico verso i gestori di telefonia mobile, e non, i cui fatturati sono indicibili. Insomma, perline colorate in cambio dell’oro, come in ogni terra di conquista. I cui confini sono efficacemente allargati da staff di marketing che possono lavorare anche in sodalizio, pur se appartenenti a compagnie diverse: purché resti e si ampli il dio mercato. E così, inevitabilmente, si lavora già sull’inevitabile rimbalzo della convergenza: la divergenza. Il primo è più marcato esempio è quel bel dispositivo in vendita in questi giorni, di varie marche, che sembra un normale portafoto, ma in realtà ne è un visualizzatore digitale. E’ ancora presto, così che il prezzo è ancora alto, ma abbordabile da parecchi. Non popolare come un cellulare, rispetto al valore riconosciuto che il mercato nei prossimi mesì gli attribuirà. Ma occorreranno presto telefoni semplici, e solo telefoni, per il mercato dei sempre più numerosi anziani e per l’incipiente mercato minorile. Altro non verrà presto prodotto, almeno finché non ci abitueranno lentamente a spostare definitivamente il nostro denaro dal traffico ai contenuti. Pronti a ricominciare la giostra. Ed essendo divenute essenziali cose pochi anni or sono perfettamente inutilizzate, ci si può industriare a progettare, per la prossima futura divergenza, quello che ancora non usiamo. Integrando diverse discipline del mondo della ricerca, con progetti dai risultati ultramilionari che possono nascere solo da un sano coordinamento industriale privato, a patto che sappia integrare le eccelse specialità di tante Facoltà universitarie a disposizione nel paese.