Certezza dell'inserimento   

Caro direttore, siamo in attesa di vedere come e dove sarà applicato il nuovo regolamento dei programmi di recupero previsti per la Cassa delle ammende, con il quale si attua la previsione che i fondi patrimoniali siano erogati per finanziare prioritariamente progetti dell’Amministrazione penitenziaria che utilizzano i fondi strutturali europei, ovvero finanziamenti previsti dalla normativa comunitaria, da quella nazionale e da quella regionale, nonché per finanziare programmi che attuano interventi di assistenza economica in favore delle famiglie dei detenuti ed internati, ovvero che tendono a favorire il reinserimento sociale dei detenuti ed internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione. Il regolamento è stato emanato dopo quattro lunghi anni di attesa dalla sua previsione, e ha creato un certo scandalo quando si è saputo che, nonostante la premessa sostenga che “occorre porre in essere una complessa attività istruttoria cui è connessa l’attivazione di appositi procedimenti che devono poi condurre alla emanazione del provvedimento finale di finanziamento dei progetto e/o programma presentato”, due progetti erano praticamente contestualmente stati approvati. Progetti tra l’altro connessi con problematiche sanitarie, che nelle carceri sono divenute, nel frattempo, di comptenza esclusiva nelle Asl. Superando i pregiudizi che molti ancora oppongono alla condizione di persona condannata, specie quando ha espiato la pena, potrebbero essere molti i progetti da attuare con beneficio non solo per la collettività, ma anche da parte di quelle imprese che potrebbero cofinanziarli. E’ ovvio che invitando a collaborare per reinserire, a volta inserire, i condannati nel regime ordinario di regole sociali mi tiri dietro strali da parte di chi critica l’indultino o la poca certezza della pena, da più parti denunciate come cause dell’impennata criminale a Napoli. E’ ovvio pure che io pensi che il problema non sia quello di proporre nuove legislazioni penali, benché bipartisan, ma addivenire ad un diverso funzionamento delle regole e cavilli procedurali, spesso reale causa di molte scarcerazioni. E di certo sono per un diverso peso che il magistrato dovrebbe porre in caso di recidiva, applicando più spesso il massimo della pena nella sua discrezionalità. Così come in molti casi di attesa di giudizio si dovrebbe maggiormente ricorrere agli arresti domiciliari, ulteriore discrezionalità. Nonostante questi aspetti, auspico la realizzazione di molti progetti per il reinserimento, basati sulla formazione ed l’inserimento lavorativo, specie in quei casi in cui il lavoro possa essere svolto anche in caso di domicilio coatto, attraverso la pratica del telelavoro. In ultimo volevo invitare la Lega a diffondere su tutti gli omicidi il suggerimento di taglie da 25 mila euro, in modo da poter contribuire allo sviluppo della zona di Scampia con fondi insperati.