Piccole e medie imprese: annullare il digital divide   

Anche quest’anno il Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie rilancia il programma “Vola con Internet”, che prevede un contributo per l’acquisto di un computer per i ragazzi nati nel 1989, cioè oggi sedicenni, insieme a un interessante progetto di contributo ai costi di certificazione per esami delle competenze acquisite dai maghetti della tastiera. Il tutto sia per l’utile certificazione Ecdl (la patente europea del computer), che per altre certificazioni relative a Internet e all’uso dei software di Office Automation della Microsoft: certificazioni ottenibili fino ad aprile 2007, lasciando così il tempo effettivo di acquisire nell’anno a venire le competenze necessarie. Non sfugge al mondo delle imprese come questa iniziativa possa favorire l’inserimento produttivo di questi giovani in futuro, che possiederanno da subito quelle caratteristiche minime richieste, spesso indispensabili e non sempre reperibili. Lungimirante ed esperto uomo d’azienda, il ministro Lucio Stanca dimostra, con questi atti, di possedere competenze e visioni di raro pregio. Visioni che devono appartenere anche a quel mondo imprenditoriale che trarrà vantaggio dallo sforzo di superare il digital divide italiano e, in particolare, quello meridionale. Per questo è opportuno fare un invito alle aziende che hanno dipendenti con figli sedicenni, specie nelle nostre aree geografiche: aggiungete un bonus di analogo importo a quello offerto dallo Stato alle famiglie dei dipendenti che aderiranno all’iniziativa ministeriale. Il contributo potrà essere detraibile in varie forme. Ne beneficerà lo sviluppo di competenze non solo del giovane in crescita; l’impatto culturale seguente avvantaggerà l’intero nucleo familiare e, di conseguenza, anche lo stesso lavoratore. Se vi fosse una risposta, forte come questa, da un numero congruo di aziende nella nostra regione, sollecitate a farlo anche attraverso informazioni diffuse attraverso le proprie associazioni, daremmo uno di quei segnali attesi nel gioco di reciprocità che la società attende dal mondo imprenditoriale meridionale. Non è un invito alla generosità: è un invito al calcolo profittevole che non è mai colpevole quando inteso come lo intendeva il liberismo liberale di Luigi Einaudi.