Cristiani abbandonati   

Domenica di Pasqua, a Udine, si è tenuta una manifestazione per ricordare le sorti dei Montagnard, una popolazione che vive sugli altipiani del Vietnam, perseguitata perché cristiana. La grave situazione della popolazione è accentuata dall’uso di pesanti violenze e torture attuate sulla popolazione, in particolare su anziani e bambini. Il Vietnam andrebbe riconosciuto come uno dei paesi che violano gravemente i diritti religiosi, usando l’esercito per occupare le città e i paesi in cui maggiormente sono presenti comunità cristiane, come nelle province di Lai Chau e Ha Giang. In particolare hanno creato grande angoscia i fatti riportati dal presidente della Montagnard Foundation, il signor Kok Ksor, in una lettera rivolta al presidente statunitense Gorge W. Bush e al segretario di Stato Condoleezza Rice, finalizzata a sostenere le motivazioni che dovrebbero indurre gli Usa e le Nazioni Unite a sanzionare le gravi violazioni perpetrate. Per contrastare la minoranza cristiana si è arrivati a costringere, ad un bambino di soli tre anni, ad assistere alle torture inflitte al proprio padre, come testimonia Kok Ksor, e a lasciar morire un bambino di cinque anni dopo aver torturato e deportato il padre. La scelta del Vietnam è quella di liberarsi in qualunque modo di coloro che professano religioni, anche spingendone la maggioranza in Cambogia, dove vivono in campi profughi in situazioni insostenibili, privati delle loro case e della loro terra. Quello che più rattrista di questa grave situazione è vedere la chiesa italiana, la più grande organizzazione cristiana, essere assolutamente indifferente alle sofferenze di una comunità lontana. Sostanzialmente abbandonata a se stessa dai vertici clericali romani, benché possa risultare ovvio a tutti come un intervento significativo di Roma potrebbe dare luce ad una vicenda su cui i maggiori organi di informazione tacciono, e certamente rappresenterebbe un grande sprone per la presa d’atto internazionale delle gravissime violazioni perpetrate. Tranne i radicali, contro cui il Vietnam ha tentato vanamente di creare disagio a livello Onu, dove sono una Ong riconosciuta, nessuno in Italia sembra muoversi a denunciare il tentativo di pulizia etnico-religiosa in atto, che colpisce tra l’altro anche la comunità buddista vietnamita. Il Vietnam, nonostante la forte crescita economica sostenuta dall’Unione Europea, dal governo italiano e dagli Stati Uniti continua ad essere un regime dittatoriale di stampo comunista che impedisce l’esercizio delle libertà fondamentali, come la violenta repressione subita dal popolo dei Montagnard sta ogni giorno a dimostrare. Dal 2001 ad oggi una stima prudenziale di Human Rights Watch parla di almeno 188 Montagnard condannati a sentenze fino a 13 anni per le loro richieste di libertà religiosa e di restituzione delle terre confiscate. Ma la lista è sicuramente più lunga. Spesso sentiamo parlare di foibe, parola che male rappresenta l’orrore di Istria e della comunità italiana che allora fu costretta dal regime comunista di Tito a lasciare la propria terra. Ne sentiamo parlare e ne parliamo con disagio, spesso anche con il giusto senso di colpa. Quale senso di colpa avremo, da paese a maggioranza cattolica, nel nostro non intervento internazionale a difesa di una comunità cristiana?