Nel conflitto Stato-Chiesa si nasconde una strategia   

Non sfugge più a nessuno l’acuirsi delle tensioni tra Stato e Chiesa, voluto con forza, da pochi anni, da chi ha ritrovato, nei drammatici eventi del settembre 2001, una sponda sicura per i propri piani. Sono di pubblico dominio documenti e scritti cattolici che propongono di adottare una strategia capace di esaltare gli oltranzismi religiosi nel cattolicesimo, premendo sull’acceleratore di una guerra tra religioni, in realtà mai esistita. Facendo leva sull’ignoranza diffusa, spesso gestita, che ha fomentato le credenze popolari più abbiette; istigando spesso atteggiamenti razzisti nei confronti di chi possiede credi diversi; confondendo problemi attinenti alla delinquenza di pochi soggetti con l’inevitabile immigrazione da paesi poveri verso quelli più ricchi. Che l’Italia possa rappresentare il fulcro in cui agisce questa strategia è palesato anche dai comportamenti inutilmente provocatori della Cei negli ultimi anni. Che tenta di attuare una rivoluzione mediatica e organizzativa, come dimostrato in occasione del recente referendum sulla procreazione assistita, che travalica i limiti imposti dal concordato in materia di ingerenza negli affari della repubblica. L’assioma semplice da difendere è il seguente: la Chiesa è libera di dare indicazioni ai propri adepti, purché non interferisca con le attività legislative in modo organizzato, cioè come un partito, pena la perdita del diritto ad essere finanziata dallo Stato da organizzazione religiosa, come avviene con il famigerato otto per mille concordatario. Gli atteggiamenti verso la pillola abortiva RU486, la cui sperimentazione, che a Torino dura da anni, è stata interrotta e ripresa solo per farne propaganda, insieme alle boutade sul Movimento per la Vita nei consultori, è un altro tassello di una strategia che ha il vantaggio, però, di ritorcersi contro chi l’ha pensata, forse sognando un nuovo inserimento del termine “cristiano” nel nome di un partito popolare che ormai non è più materializzabile. Nonostante i sogni centristi di pochi nostalgici che incominciano a fare tenerezza, come la fece l’Almirante fascista di un tempo che fu. Nessuno abbassi la guardia, comunque, che l’oscurantismo è sempre alle porte, perché è l’unica arma per creare vantaggio per pochi in danno a tutti.