Bagnoli, restituire il complesso Nato all’infanzia disagiata napoletana   

Come ha recentemente ricordato il Governatore Antonio Bassolino, entro un anno il complesso immobiliare che ha ospitato il comando Nato a Bagnoli ritornerà nella completa disponibilità dell’ Ipab “Fondazione Banco di Napoli per l’assistenza all’infanzia”. La Fondazione era nata nel 1939 per gestire la donazione del Banco di Napoli proprio del grande complesso immobiliare in cui oggi ancora risiede la Nato di Bagnoli, che allora era stato pensato per sollevare dal disagio ben 3.000 bambini napoletani. La guerra ha poi modificato la destinazione di quei luoghi e oggi, a quasi settanta anni di distanza, la restituzione alla Fondazione della disponibilità coincide con una restituzione alla città di un patrimonio, ma anche di una finalità a cui non deve essere sottratta. Le sorti della Fondazione sono definite dalla situazione in cui oggi versa, con il commissariamento regionale disposto dalla Regione Campania fin dall’agosto 2004, a seguito “di numerose violazioni di norme di legge e di statuto che hanno pregiudicato gli interessi dell’Istituzione ed arrecato un danno grave all’Ente, tra cui la destinazione di una rendita vitalizia annua, pari al 7% delle entrate ordinarie annuali dell’IPAB, a favore di due (sub) fondazioni istituite con deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell’Istituzione n. 24 del 18 settembre 2003, denominate Osservatorio sul Lavoro Minorile” — Presidente Francesco Seccia, già Presidente della Fondazione -, con sede in Roma alla via IV Novembre, 149, e “Osservatorio Bambini e Media” — Presidente Raffaele Picardi, già Vicepresidente della Fondazione -, con sede in Napoli, alla via Don Bosco, n. 7”, come cita la deliberazione 1534 del 6 settembre 2006 con cui viene rinnovata per la terza volta la nomina a commissario del Dr. Pier Luigi Lo Presti, dal 2002 Dirigente del Settore Istruzione e Cultura della Regione Campania. Quando nello statuto leggiamo che scopo della Fondazione è “l’erogazione di servizi assistenziali e la realizzazione di interventi di sostegno, recupero, promozione e prevenzione in favore dei minorenni” e che il riferimento prioritario “è rivolto ai minori in condizione di svantaggio economico, psicofisico, socioculturale e ambientale che sono ritenuti i primi naturali destinatari dei suoi interventi” ci sembra di sognare se pensiamo alla grande struttura di Bagnoli come grande risorsa da utilizzare. Quando si pensa ai disagi napoletani in termini di sicurezza e occupazione, tutti pensiamo immediatamente al disagio minorile, ancor prima che a quello giovanile. Cominciando dalle innumerevoli possibilità che un sito simile offre in merito alla dispersione scolastica, all’accoglimento di minori abbandonati al di fuori della tipica visione dell’orfanatrofio, che genere ragazzi che raggiunta la maggiore età sono poi abbandonati a se stessi, perché difficilmente adottati quando superano già i primi dodici mesi di età. Vigiliamo tutti con attenzione sugli esiti di questa vicenda, partecipando come società civile agli sforzi del Governatore per ridare a questa area e Palazzo Fuga il valore di solidarietà con cui sono state edificate fin da principio.