Dieci domande al femminile: occorrono risposte bipartisan   

Se il sessismo è quella forma di diversificazione di genere che andrebbe annullata dalle norme non specificatamente a tutela della maternità, è anche vero che contiene in se il germe dell’antifemminismo e dell’omofobia. Per superare questi scogli di chiara arretratezza giungono a proposito dieci domande che pongono le donne dei democratici di sinistra, e che vale la pena conoscere per interrogarsi insieme. 1. La sintesi fra "emancipazionismo" e "cultura della differenza" è ancora l'orizzonte culturale di lungo periodo (come noi crediamo) o si fa avanti un tranquillo "assimilazionismo" che scansa da sé la contraddizione di sesso? 2. Sta cambiando la cultura patriarcale nel nostro paese? 3.Sul corpo delle donne si gioca ancora parte consistente della laicità. L'autodeterminazione (in ultima istanza) della donna sulla maternità, sulla propria sessualità, è compatibile con la controffensiva sui temi della vita, della sua indisponibilità ad ogni stadio? 4.Nella "mediazione politica" sempre più necessaria sui problemi "eticamente sensibili", l'autodeterminazione femminile entra o no nel comporre la proposta politica di sintesi? È un vincolo fecondo, perché riflette la vita e la libertà di milioni di cittadine, o è un fardello? 5.Il riconoscimento ai diffusi talenti femminili, d'obbligo ormai tra sociologi, politici,giornalisti d'ogni specie, come si concretizza, in un programma di breve-medio termine, per le donne e le ragazze italiane? 6.Stiamo diventando invisibili perché troppo "eguali"? 7.Il riequilibrio della rappresentanza nelle istituzioni avrà tempi "italici" o tempi "europei"? 8.L'Agenda delle donne nel futuro Partito Democratico, prospettiva che pure alcune di noi non condividono, sarà solo la mediazione tra il pensiero e la pratica del femminismo, della sinistra, del pensiero dei cattolici così come sono stati, o si potrà osare una ricerca culturale nuova? 9.Ha senso parlare delle donne come "soggetto politico nella società degli individui"? Se sì, come noi ancora pensiamo, il problema va assolutamente tematizzato. Il soggetto politico nasce dalla selezione della funzione, da una vasta riflessione sulla crisi e sulla forma della politica. 10.Basta la leva del governo per riformare la società italiana o anche per le donne non si pone il problema di come si organizzano le soggettività interessate al cambiamento? Di come si riforma la politica e le sue sedi di partecipazione? Se le donne della sinistra si pongono queste questioni, ci immaginiamo che altrettanti e simili dubbi nascano anche nelle donne che si riconoscono nelle altre forze politiche. Sarebbe utile, per l’intera società, che su simili aspetti si confrontino le diverse posizioni, anche per comprendere se esistono, come siamo certi, spazi omologhi su cui trovare punti di intesa per uno sviluppo bipartisan. Che passa solo alla risposta chiara a molte delle questioni poste.