Giovani governanti   

Le istanze rappresentate da Confindustria sono certamente quelle di una parte degli interessi dell’intera collettività. Una parte che però deve essere ascoltata con attenzione, rappresentando gli interessi di chi punta, attraverso il proprio successo, allo sviluppo del paese. Ascoltata ancora con maggiore attenzione quando si avvicinano scadenze elettorali importanti, come quelle delle politiche dell’anno prossimo, che servono pure a determinare quali forze politiche le sposeranno nei propri programmi. Se poi vengono mossi suggerimenti dal gruppo dei Giovani imprenditori di Confindustria, è necessario che l’interesse si amplifichi, venendo da coloro che raffigurano buona parte della prossima classe dirigente. Alcuni di questi suggerimenti provengono dal recente convegno organizzato sui temi dell’immigrazione, in cui i Giovani imprenditori hanno presentato una proposta, articolata in sei punti, in grado di incidere fortemente sull’argomento. Il primo di questi riguarda la regola delle quote, che non risponde alle esigenze di domanda e offerta, come dimostrato da una recente ricerca della Luiss: i Gi invitano quindi a valutare una imposizione delle quote solo per i lavoratori stagionali, lasciando libero il mercato della chiamata diretta. La seconda proposta invita a creare un rapporto stabile con i paesi di origine dei maggiori flussi migratori, al fine di mappare i profili professionali esistenti e consentire al sistema delle imprese di richiedere specifiche competenze, migliorando la qualità dell’immigrazione selezionando le risorse. I Gi ritengono insufficiente, inoltre, la presenza di studenti e ricercatori extraeuropei, con una bilancia dei flussi di “cervelli” che ci vede perdenti: la soluzione suggerita è quella della creazione di corsie preferenziali per attrarre i capitali intellettuali. Altra istanza è quella dell’aumento della sicurezza, che può derivare solo dall’incentivo a contribuire alla vita sociale, attraverso una maggiore e più veloce integrazione del lavoratore straniero, aumentando di contro le sanzioni per i clandestini. Dirimente diviene la semplificazione burocratica per i permessi di soggiorno, con la richiesta di realizzare gli sportelli unici previsti dalla legge Bossi-Fini ed il relativo stanziamento delle risorse previste. Infine, facendo propria una istanza del commissario europeo Frattini, i Giovani industriali ritengono necessaria una politica, una strategia, condivisa a livello europeo nella gestione dei flussi, che non possono essere regolati da norme di carattere solo nazionale. La saggezza di queste posizioni impone una presa di coscienza da parte di tutte le forze politiche, specie perché provenienti da quel mondo che i prossimi immigrati dovrà accogliere, inserendoli nei propri processi produttivi, laddove la carenza di offerta locale si rende sempre maggiormente manifesta. E’ sempre difficile assistere, in dirittura di arrivo, a grandi cambiamenti legislativi, anche per il timore di essere accusati di correggere errori: ma se poche sono le speranze di vedere cambiamenti nei prossimi mesi, può diventare significativo almeno l’impegno a perseguire la strada delineata dalle proposte dei giovani di Confindustria.