L’asse Mosca-Pechino e la sponda di Teheran   

Negli ultimi venti anni, volenti o nolenti, abbiamo consumato ingenti quantitativi di grano radioattivo, proveniente per lo più dal disastro di Chernobyl in Russia, e miscelato con grano normale per ridurne la misurazione e l’apporto complessivo di tossicità. La cosa riporta alla memoria il significato in Ucraino della parola Chernobyl: Assenzio, insieme al clamore che in alcuni ambienti si fece ricordando il passo biblico “Il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono per quelle acque, perché erano divenute amare” (Apocalisse 8,10-11). A breve assisteremo invece alla nuclearizzazione delle bocche petrolifere mediorientali, già parzialmente ottenuto dall’uso dell’uranio impoverito nell’attacco all’Iraq. Nuclearizzazione causata dall’imminente guerra in Iran, dove riscopriremo l’eufemismo delle “bombe intelligenti”, trasformato in qualcosa simile alla “bomba N”, spauracchio degli anni 80: le microbombe nucleari che creano fall-out geograficamente controllati (impossibile). E così gli Usa potrebbero trovare un sistema diverso per ridurre il prezzo del petrolio, specie quello venduto in Europa, che con livelli minimi di radioattività, ottenuti dalla miscelazione con petrolio normale, sarà reso accettabile, perché più economico. Gli strateghi di Bush padre continuano a ignorare la Cina e la sua nuova capacità di negoziare, anche riservatamente, con paesi diversi. Ed in questo caso sembra che il triangolo economico e militare di Pechino con Mosca e Teheran sia saldamente inespugnabile. In tre anni il petrolio è schizzato da 30 a quasi 80 dollari al barile. E l’economia che non ha retto è proprio la stessa che ha creato le condizioni per il disagio, quella americana pervasa dal militarismo post 11 settembre e disastrosamente indebitata con la Cina. Da tanto caos potrà solo seguire un nuovo ordine, purché si sappia distinguere l’aleph dall’omega, cioè purché rimanga alta la capacità umana di discernere tra bene e male.