La cancrena napoletana   

Caro direttore, il rischio che si correva con l’appello al salvataggio della città era proprio quello di vedere il sindaco produrre il decalogo del bon ton metropolitano, come se i delinquentelli motorizzati dei vicoli e dei quartieri disagiati leggessero i giornali. Quei ragazzi maleducati sono gli stessi che percorrono trasversalmente la città senza casco, a velocità notevole, con i clacson spiegati e urlanti come selvaggi quando c’é una partita al San Paolo, con le forze dell’ordine che hanno la disposizione, evidentemente non la semplice fantasia personale, di lasciar correre, questa volta in senso stretto. Senza casco nei quartieri a rischio perché altrimenti si viene presi per killer, senza regole nel traffico cittadino, perché i posti di blocco rallentano. E poi, diciamocelo, l’operazione “Alto Impatto”, ormai abbandonata da mesi, funzionava proprio perché vi partecipava personale non napoletano, a cui era più difficile fare minacce o appostamenti come può capitare, e capita, alle forze dell’ordine locali. Saremo pure la città con il maggior numero di poliziotti et similia, ma non sembra che possano fare poi molto, dati i risultati. Per vedere Secondigliano assediata dai carabinieri c’é stato bisogno della rottura di equilibrio creata dal ferimento di alcuni colleghi. Lo scoraggiamento della società civile, chissà quanti ancora vi appartengono, è determinato dalla strana ipocrisia con cui mai i fatti seguono le parole. Che venga ripresa “Alto Impatto”, che la città sia pervasa per anni da militari armati, che si dichiari tolleranza zero! Altrimenti qualunque sforzo di medio termine, come anche può e deve essere la creazione di lavoro o di spazi attrezzati per la gioventù, verrà vanificato. Come sono vanificati ormai tutti gli sforzi di migliorare l’arredo urbano dei quartieri spagnoli o del centro storico. Perché non sono mai pattugliate da forze dell’ordine a piedi queste zone? Perché alcune piazze del centro storico di sera, o di notte, non vedono più le divise? E’ cambiato qualcosa a Forcella o alla Duchesca? Di sicuro il lavoro di comunità parrocchiali, evangeliche o laiche può fare molto, ma può fare molto di più la decisione di non dare più alcuno spazio al disordine attuale. Lo dico da persona che tutto auspicherebbe, tranne uno stato di polizia: ma la misura è colma. E badate che non parlo certo della malavita organizzata o del racket, della prostituzione o del traffico di droga. Per combattere queste iatture ci vorrebbe la stessa bacchetta magica che ha fatto sparire il contrabbando di sigarette. Siamo anche fortunati: ci è stato promesso che il 27 del mese i lobotomizzati della disobbedienza antagonista da anni ‘70 sfrutteranno il malessere di chi non ce la fa più per istigare al furto collettivo di scarpe nike e cd di musica rap, a Napoli prima che in altre città. Come diceva De Curtis: ma mi faccia il piacere!