Lavorare meglio   

Una delle critiche rivolte alla macchina pubblica, ultimamente giunta pure dalla voce del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, vede vittime gli impiegati degli uffici statali e locali. Pare che ci sia ancora qualcuno che ritenga il posto pubblico come cosa certa e sicura, in grado di produrre garanzie tali da permettere il nullafare senza pagarne conseguenze. Se fosse vero la colpa non potrebbe essere che dei dirigenti designati al coordinamento e controllo di queste unità produttive, e non deve essere mai dimenticato che questi dirigenti sono posti al comando proprio dai governanti nazionali e locali. Fino al vertice più alto di tutti. Argomenti validi rimangono ancora l’inadeguatezza di alcuni stipendi, primi tra tutti quelli degli insegnanti di ogni ordine e grado, nonostante le mansioni di grande rilievo a volte ricoperte, se rapportate ai risultati attesi. Ma su questi valori, sebbene contenuti, incidono spesso quelli che sono definiti “premi di produzione” su cui si possono esprimere alcuni dubbi fondamentali, inerenti in particolare al metodo con cui questi premi vengono erogati. Esiste un sistema di obbiettivi e finalità, anche di medio periodo, noti anche al pubblico fruitore dei servizi connessi, in grado di dare una certa misurabilità dell’efficienza e dell’efficacia delle componenti del sistema pubblico? E questo sistema è strettamente connesso al premio di produzione? Facciamo un esempio pratico: la manutenzione delle strade di Napoli è misurata con parametri certi? Quando nella centrale Via Carducci, circondata da numerosissimi interventi di arredo urbano, vediamo continui rappezzi e continue fosse segnalate più dalla buona volontà dei cittadini che dal sistema di sorveglianza, chi paga? A chi non viene assegnato il premio di produzione? Se per insediare un nuovo stabilimento si attendono tempi biblici, tali da far perdere spesso sovvenzioni pubbliche assegnate solo nel rispetto dei termini, in barba alle favole di sportelli unici più dichiarati che esistenti, quale funzionario vede interrotta drasticamente la sua carriera? Sento l’alito dei sindacati sul collo. Per questo non mi permetto di parlare di spostamenti e licenziamenti. Che tutti però si attenderebbeo venissero posti in essere nella struttura privata in caso di gravi inefficienze. Ma poiché il pesce notoriamente inizia a puzzare dalla testa, non dimentichiamo, quest’anno e il venturo, di misurare i risultati specifici che, al governo come all’opposizione, gli attuali eletti, futuri candidati, hanno saputo portare a termine con successo. Sarebbe una regione migliore quella in cui il voto non assumesse quella squallida valenza clientelare, per la quale ciascun candidato vende il proprio peso in funzione di quei voti che vanta come certi. Facciamogli una bella sorpresa e impariamo a votare per meriti riconosciuti, per promesse mantenute e impegni assolti. Caspita, che deserto!