Scuola e lavoro per gli studenti   

Caro direttore, nella sedutà di venerdì 21 maggio il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo che introduce il concetto di alternanza scuola-lavoro nel processo formativo del secondo ciclo di istruzione: gli studenti compresi fra i quindici ed i diciotto anni di età che frequentino il sistema dei licei o il sistema dell’istruzione professionale potranno scegliere questa modalità di formazione per acquisire competenze spendibili sul mercato del lavoro accanto all’istruzione di base. Questi particolari percorsi formativi saranno attuati sulla base di convenzioni con le imprese, con enti pubblici e privati, con le camere di commercio,con il mondo del non profit.Il decreto attuativo è stato commentato positivamente anche da Confindustria che in un comunicato sottolinea come il decreto consenta infatti a tutti gli studenti di poter apprendere anche fuori dell’aula come avviene nei paesi più avanzati. In questo modo le imprese italiane potranno offrire ai giovani opportunità di crescita culturale, di conoscenza delle tecnologie, di acquisizione di competenze spendibili sul mercato del lavoro. L’attuazione dell’ art. 4 della legge 28 marzo 2003, n. 53 richiederà anche l’impegno proprio delle imprese nel definire percorsi di apprendistato che concilino la sostituzione delle ore di formazione in aula con quelle pratiche in azienda.La nuova formazione “pratica” diviene così un impegno forte per le aziende, che hanno sempre lamentato una distanza tra argomenti di studio, specie nell’articolazione dei programmi, e effettivi bisogni formativi, insieme alla distanza temporale, che si è trasformata lentamente in vero e proprio gap, tra le modalità operative teoriche e quelle pratiche, specie in periodi di grande attenzione all’innovazione.L’impegno per il successo di questo nuovo approccio deve ora corrispondere all’impegno con cui si è agito per ottenere il risultato, creando quegli spazi e quelle opportunità all’interno delle imprese che permetta di “ospitare” i nuovi apprendisti in modo da non distoglierli completamente dal percorso di studi, tra l’altro obbligatorio fino ai diciotto anni, e nel contempo permettendo agli stessi di essere preparati a scendere in campo con un sufficiente grado di competenza.Sarà indispensabile un gioco di squadra che veda coinvolti anche, insieme alle imprese, formatori e tutor esterni al mondo della scuola, capaci di esprimere, insieme alla scuola, dei percorsi realistici e attuabili, integrando le diverse esigenze che verranno fuori, e su cui i progetti IFTS recentemente finanziati, per esempio, dalla Regione Campania divengono i laboratori primi di questo stile di formazione. Inoltre è auspicabile che esperienze formative di strutture come Quaternaria di FITA, ma anche le linee guida espresse dal POA di Fondimpresa, possano rappresentare forti momenti di indirizzo e modelli di approccio, perché grande sarà anche la necessità di contributo operativo che dovrà venire dalle associazioni degli imprenditori.