Ecco quali sono le vere ragioni del conflitto interno palestinese   

Ci hanno mentito per anni. Hanno voluto farci credere che esisteva davvero una questione palestinese, descrivendoci un popolo di poveri oppressi dai cattivi e violenti Israeliani. Producendo per anni una escalation di attentati compiuti con la tecnica del terrorismo, colpendo cioè civili, bambini, donne, anziani, indiscriminatamente e senza una divisa. In una guerra essenzialmente mediatica tesa a fomentare un conflitto razzista proprio contro Israele, culminato nelle follie dell’11 settembre, dando la stura ad una incontenibile mira espansionistica americana. Aveva visto giusto Ariel Sharon, dando inizio al percorso democratico, o tentato tale, teso a rendere autonomo il popolo palestinese.
Cautelandosi però con un previdente rafforzamento dei confini della propria terra, proteggendo il proprio popolo. E cosa è accaduto? Che al potere palestinese si scontrano due organizzazioni armate, Hamas e Al Fatah. Così come la democrazia in Iraq ha prodotto più morti e attentati della stessa guerra, lo stesso avviene in Palestina. Morti e attentati che devono essere collocati sotto la giusta luce: faide malavitose. Se gruppi armati dirimessero le loro questioni nel nostro paese, come spesso accade nei territori meridionali in Italia, li chiameremmo con il loro nome: delinquenti, criminali, mafiosi. La presa della bastiglia palestinese è affidata a quei poveracci armati di mitra, bombe, missili e pistole che non hanno alcuna idea o intenzione democratica. Stiamo assistendo alla più grande farsa della storia, specie per il concreto e reale mancato intervento della comunità internazionale nel sedare la lotta intestina più squallida che il medio oriente abbia mai visto. Partendo da un principio di fondo che sembra non appartenere a nessuna forza in campo: bandire il possesso privato di armi. Ma come poterlo materializzare, se il paese maggiormente coinvolto nella nuova guerra è l’America, in cui il commercio delle armi è libero e la pena di morte ancora in vigore? Le mafie palestinesi di Al Fatah e Hamas continueranno a scannarsi fino alla predominanza di una criminalità sull’altra, tese solo a controllare il traffico di cemento, le sovvenzioni internazionali e la gestione del ricatto armato ad Israele. Desideriamo veramente la pace?
E allora riflettiamo fortemente sull’ingresso di Israele in Europa e sulla necessità di un semplice provvedimento: bandire il possesso privato di qualunque arma in Palestina, Iraq e Libano. Solo così verrebbero fuori le reali caratteristiche delinquenziali di quelli che continuerebbero ad utilizzarle per controllare terre e denari, come già fu per i nostri briganti. O qualcuno rimane veramente convinto che esistono differenze di civiltà che non permettono nessuna pace?