Solo le forze neocon vogliono gli Usa in Iraq   

Anche la Norvegia ha dichiarato il suo immediato ritiro dal territorio iracheno, subito dopo la vittoria elettorale delle sinistre. Come già avvenne in Spagna e come avverrà in Italia se dovesse vincere, come affermano i sondaggi, l’Unione di Prodi. E’ sempre più evidente che l’occupazione unilaterale dell’Iraq sta divenendo una ulteriore spina nel fianco dell’amministrazione Bush, che non ha nessuna chance di poter tirarsi indietro, ma che vede fallire fortemente il percorso disegnato in origine. Mentre ci si deve attendere forti ingerenze internazionali anche sul nostro voto politico, da parte degli Usa, per evitare di veder perdere uno dei pochi paesi ancora coalizzati, preoccupano alcuni segnali su cui andrebbe prestata attenzione. Il primo è il palese fallimento della commessa alla Research Triangle International, la compagnia privata americana che, con un primo ingaggio di 400 milioni di dollari, si sarebbe dovuta occupare della realizzazione e gestione delle infrastrutture di democrazia locale nei territori iracheni, fallimento visibile nel completo sfascio in cui versa la democrazia locale, stravolta da morti ed attentati la cui recrudescenza sembra non avere fine. Morti che avvengono spesso in prossimità delle lunghe file di inoccupati che tentano di arruolarsi nella polizia locale, una delle poche certezze di guadagno del paese. E’ fallito, o molto allontanato nel tempo, il piano di invasione delle multinazionali, da McDonald’s a Microsoft, promesso come cosa semplice dai neocon di Bush. Piano legato anche alla ricostruzione irachena e dal quale il nostro paese è stato mantenuto fuori, perché l’America vede da sempre l’Italia come un paese gregario e infido. Dobbiamo poi aggiungere altre tre gravi sconfitte. La prima in Spagna, dove Aznar ha saputo perdere le elezioni a causa delle menzogne sull’attenato alle metropolitane, risultato opposto al desiderato. Blair è un’altra perdita, se si considera che l’attentato del 7 luglio è servito ad oscurare il comunicato britannico di ritiro di parte delle truppe, dato appena tre giorni prima. Ed infine, forse lo scempio maggiore, la scoperta che a New Orleans sono stati tagliati i fondi per rafforzare le dighe, proprio a vantaggio di questo nuovo Vietnam.