Oltre al Patto per la sicurezza urge un strategia di sviluppo   

Sembra sbloccarsi qualcosa nella concretezza data dallo spostamento di fondi tra enti locali e stato, finalizzati a rafforzare la presenza e l’efficienza delle forze dell’ordine sul territorio campano e della provincia di Napoli in particolare. Ma non basta, non può strutturalmente bastare.
E’ piacevole sentire il ministro degli interni, Giuliano Amato, quando ci racconta dello stupore che prova verso i quantitativi di cocaina sequestrati in Campania, o quando afferma che si deve prestare attenzione alla sensazione sgradevole che prova la vittima di un reato. Così come quando parla di rifiuti e appalti, appoggiando sia l’ipotesi di una discarica regionale centralizzata che quella della creazione di una stazione appaltante provinciale, tesa a liberare gli amministratori dei piccoli comuni locali dai rischi di minacce camorristiche e da facili tentazioni corruttive. Vogliamo credere e sperare che questi provvedimenti siano realmente costruttori di realtà funzionanti e pulite, e che non diventino altari burocratici o strumenti utili solo ad alzare il tiro della posta e dei proventi illeciti in gioco. Ma occorrono provvedimenti urgenti, perché da coordinare tra loro, anche su altri fronti. Due in primo luogo: lavoro e formazione civica.
Il primo tema passa attraverso una strategia seria e definitiva sullo sviluppo delle nostre aree, che non può prescindere dalla rete di trasporti da migliorare verso tutte le direzioni. Verso Bari e verso Sud, accelerando i lavori di potenziamento autostradale e completando quello ferroviario. Verso il Mediterraneo, aiutando a completare i piani già predisposti per i porti, sia turistici che mercantili. Verso il resto del mondo, attuando i piani per l’aeroporto di Grazzanise e la rete degli altri aeroporti campani.
Al piano dei trasporti e della logistica si devono affiancare tutte le azioni che favoriscano nuovi insediamenti produttivi, nel mondo del software e dei servizi telematici, ma anche in quello delle piattaforme industriali di assemblaggio e ridistribuzione, naturale terminale delle aspirazioni logistiche nostrane. Interventi che possono rivelarsi inutili se non si rafforza in parallelo il senso civico dei nostri giovani, attraverso non solo la formazione di una nuova cultura della legalità, ma affrontando di petto il problema della dispersione scolastica e della educazione, non solo civica, che alimenti i valori di solidarietà e sussidiarietà. Cominciando, per esempio, nel restituire all’ex insediamento del comando Nato di Bagnoli al suo ruolo istituzionale, che fu quello mai assolto di divenire un luogo per il reinserimento sociale e culturale di tanta infanzia disagiata, di cui ancora sono piene ampie aree della città, sottraendola alle lusinghe sempre pronte della malavita organizzata, i cui templi, caro ministro, alla data sono ancora in funzione e fortemente inviolati.