Una domanda a Gianni Punzo   

Caro direttore, riprenderanno nei prossimi giorni le consultazioni dei saggi per la designazione delle candidature a presidente dell’Unione degli industriali di Napoli, tranne che avvengano fatti nuovi ed eclatanti. La storia delle settimane passate è nota a tutti, e tutti certamente ameranno riprendere il confronto con toni più pacati e, in particolare, con maggiore riservatezza. Volevo però commentare alcune simpatiche provocazioni del presidente Gianni Punzo (fate voi se presidente lo riferisco al Cis, all’Interporto o a quel Napoli che fu) in merito alla vicenda dei compensi per le cariche, da un lato, e alla meno discussa ipotesi di avere all’interno dell’Unione la presenza di esponenti di rilievo, come mi pare lui si riferì a Nerli. Premetto la grande, inevitabile, stima che ho dell’imprenditore che alla fine degli anni ’70 acquisì uno dei più grandi elaboratori Ibm in commercio, realizzando innovazione gestionale che fu da esempio per molti, e che riuscì ad intuire in tempo l’inadeguatezza della città al commercio all’ingrosso, realizzando il miracolo del “mercato” che diveniva infrastruttura. Di Punzo ho sempre ammirato il grande senso pratico unito ad una visione che si va materializzando con i progetti avviati in questi giorni. Quindi non vanno sottovalutate le sue recenti opinioni, che però risentono di una scarsa presenza a Palazzo Partanna negli ultimi anni. Due aneddoti ricorrenti delle settimane scorse sono illuminanti: il primo riferisce di come, anni addietro, i colleghi imprenditori cercassero di invitare gli amici a non candidarli, “Ti prego, fallo tu il presidente stavolta”, e l’altro invece è relativo a chi oggi anela risolvere il mandato per “ricominciare a lavorare, ma nella mia azienda”. E’ ovvio, oggi come allora, che in termini di prestigio, di potere di incisione sulle strategie locali, di relazioni industriali e sociali, a difesa degli interessi di lobby e personali, è utile essere il presidente di un’Unione ampia come quella napoletana, e la cosa è sufficientemente trasparente. Vale la pena sottolinearlo, perché sono gli stessi motivi che spingono ad essere semplicemente associati, però presenti e attivi e non distanti come molti sono. Presenti significa incidere su aziende di servizio come la Uniservice, ma anche collaborare allo sviluppo di Logica Spa, che è uno dei luoghi preposti a far stare insieme proprio Nerli, Punzo e altri soggetti rilevanti, come l’assessore Cascetta, che possono realizzare così obbiettivi e strategie condivise ben più specifiche, rispetto al momento associativo in cui il distinguo tra imprenditori, manager e politici è rilevante. Presidente Punzo, queste cose lei le conosce benissimo. Qual è la corretta interpretazione che dobbiamo dare alle sue indicazioni?