Caro-greggio: correre ai ripari, bisogna investire nel metano   

La folle corsa agli 80 dollari al barile del petrolio ha ricevuto un’insperata collaborazione dalle conseguenze dell’uragano Katrina nella produzione statunitense. Ne sarà felice chi specula sul Brent da tempo, essendo inutili le manovre di rilascio delle riserve mondiali e l’aumento della produzione annunciato da più parti. In questo scenario si inserirà certamente la manovra di predominio dei mercati internazionali avviata dalla Cina e dalla Russia, che oltre ad apparirci evidente dall’invasione di merci a basso costo, sarà corroborata da una grande azione di intervento asiatico in Africa, fucina di altra manodopera a basso costo e fonte di grandi risorse naturali indispensabili allo sviluppo asiatico. Mentre gli ambientalisti di maniera si affaticheranno a presentare previsioni catastrofiche, non sempre coincidenti con i dati ben più stupefacenti delle conseguenze reali, il nostro paese deve correre ai ripari e proporre soluzioni immediate e fattive alle esigenze energetiche dell’industria manifatturiera. Cominciando con pochi processi semplici, alternativi all’impianto di sistemi di produzione di energia con tempi di realizzazione e ammortamento troppo lunghi: né nucleare e né eolico, quindi. Almeno nel breve. Si proceda invece a una rapida metanizazzione delle tratte autostradali, in modo da consentire il rifornimento di questo carburante a un maggior numero di veicoli, oggi costretti a recarsi nei centri abitati, poiché il metano, a differenza del Gpl, derivato del petrolio, si distribuisce via tubi e non si stocca nei serbatoi. Rifletta sui minori costi anche chi intende investire in impianti di erogazione. E poi si proceda rapidamente all’impianto di co-generatori di corrente nelle proprie aziende, guadagnando nella rivendita di energia elettrica e soddisfacendo la gran parte delle proprie esigenze. Per far questo i governi locali e nazionali devono però avviare significative campagne di incentivazione e procedere rapidamente con il completamento e ampliamento, specie nel Meridione, della rete di distribuzione. Chi fa impresa si informi bene, calcolatrice alla mano, ricordando che, a differenza del petrolio, di metano ne produciamo tanto anche nel nostro paese.