Solidarieta' per lo sviluppo   

Caro direttore, il discorso di Luca Cordero di Montezemolo a Capri è durato quanto una partita di calcio. Quei 90 intensi minuti sono stati un vero match, capace di toccare tutti i punti salienti, di chiarire le posizioni e di proporre soluzioni, su cui molti daranno conto e commenteranno. E’ però poco evidenziato il richiamo ai partiti di tentare di trovare una convergenza sui temi legati allo sviluppo economico e sociale del paese. Tutti, come ripeto da tempo, continuano a toccare i punti essenziali su cui lavorare: innovazione, ricerca, formazione. Purtroppo, però, nella politica odierna, ciascuno continua a cercare di dimostrare che l’altro sbaglia, che non sia capace, pur di non concordare punti e posizioni comuni. Se Pezzotta chiede di trattare a Gennaio, Confindustria chiede subito un patto, a dimostrazione che le parti sociali sono più vive che mai. Che cosa aspetta allora il Governo a recepire e far proprie le line guida indicate da Confindustria, insieme alla conferenza dei presidi delle Università italiane? E perché non realizzare un tavolo unitario con l’opposizione, se sui punti in esame si è tutti d’accordo? La stima e l’interesse verso i movimenti politici aumenterebbe a vantaggio di tutte le forze in campo, se si riuscisse ad individuare come letale l’attuale congiuntura, se non abilmente governata, e se su questi temi ci si richiamasse all’unità nazionale. Diventerebbe più agevole il percorso delle riforme costituzionali, che potrebbero avvantaggiarsi proprio di un clima di solidarietà nazionale sullo sviluppo industriale, per addolcire qualche pillola compromissoria, unica via percorribile per evitare di divenire un paese con una costituzione cangiante a ritmo quinquennale. Invitando peraltro ad una maggiore attenzione chi ha dichiarato, tra i sindacati, settimane fa, che discutere della questione meridionale è inutile poiché l’argomento è stato sufficientemente affrontato: badi bene a quanta parte sociale, imprenditoriale e sindacale, insieme al ministro leghista del welfare, si stia occupando di Sud. Chi vuole mantenere un Sud nelle condizioni attuali può avere solo fini malavitosi, può solo auspicare traffici e manovalanze garantite, dimenticando che quella meridionale, nella visione global, si può trasformare in una incurabile cancrena per tutto il paese. Ultima sottolineatura è quella verso l’attribuzione automatica dello 0,3 per cento destinato alla formazione continua, oggi destinato alle parti sociali solo per scelta esplicita dell’imprenditore, attraverso i versamenti Inps. Sarebbe più utile una distribuzione anche in assenza di indicazione dell’ente prescelto, per esempio Fondimpresa, ripartendolo in misura proporzionale, mi si perdoni l’esempio, come oggi per l’otto per mille.