Dati sullo sviluppo: il balletto delle cifre   

Mentre nel centrosinistra si tenta la ricucitura tra Ds e centristi, purtroppo effettuata da tentativi di Romano Prodi che deve ancora scontare di aver usato il papalino Francesco Rutelli nella debacle voluta nelle precedenti elezioni politiche, l’Italia volge verso una crisi sul modello Argentina, forse senza i traumi avvenuti in quel paese. E’ abbastanza opinabile che, con il ricatto incrociato Bnl Antonveneta, si riesca a salvare capra e cavoli, cioè Fazio e Ricucci. Come ancora più opinabile potrà sembrare chi pensa di aver placato l’orda barbarica che sta tentando il controllo del gruppo Rcs. Manovre che beneficiano di enormi liquidità messe in gioco da alcune grandi dismissioni e da una parte dei rientri da scudo fiscale, soldi di cui si deve pur far qualcosa. Un disegno eccelso, quello di effettuare prima alcune rapide speculazioni nel settore immobiliare e poi fondarsi su altri gangli vitali del paese. Specie quelli in cui la gravissima crisi in cui stiamo piombando ci porterà. Possesso quindi di banche e ogni altra forma di attività che potrà beneficiare dell’inevitabile aumento del costo del denaro, insieme al totale controllo dei mezzi di comunicazione, in modo da poter dire che in Italia è cominciata la ripresa, anche se siamo al quarto posto tra i paesi a rischio di povertà. Anche se si tirano fuori dati con il Pil in crescita a pochi giorni dal dato del calo indicibile della produzione industriale. Censura mediatica sembra essere quella che si usa con una notizia non falsa, ma inutile, ad abbaglio per non far vedere il disastro in atto. E per far dimenticare le oggettive responsabilità della situazione in cui ci troviamo; di chi, troppo occupato al proprio orticello, meglio giardinetto, non s’è avveduto che il valore che immagina di possedere è già carta straccia. Sono tempi così cupi che stentiamo a vederne l’uscita, tranne che per il sopraggiungere inatteso di un salvatore, che saprà poi ben condurre le nostre anime, pur perdonandogli qualche imposizione eccessiva delle proprie idee. Cosa consigliò Eduardo De Filippo ai giovani napoletani nella sua ultima comparsa pubblica in città? Forse è venuto il momento.