Edonismo elettorale   

Caro direttore, a ben vedere questa campagna elettorale è una delle più edoniste degli ultimi anni. A Napoli, forse anche in concomitanza delle provinciali, è un susseguirsi di feste, cene e party, tanto da creare talvolta una tale folla di astanti da rallentare il traffico cittadino. Organizzandosi appropriatamente, senza voler scontentare nessuno, si può cenare gratis per circa un mese, pesando sulle spalle di chi invece per una cena ha sborsato dai 250 ai 500 euro di contributo. Meglio verificare quale sia il giro del candidato, in modo da partecipare all’incontro finale: quello in cui, stremato da una giornata di riunioni, parla meno. Ovviamente scherzo, ma la spesa in termini economici e di impegno per i vari candidati sembra essere stata veramente elevata. Lo stile degli incontri si è suddiviso in due filoni: quello a cura dell’amico fidato e quello dedicati a categorie professionali, con particolare gioia di medici e avvocati. Dal semplice buffet alla cena articolata, raramente casareccia, passando per drink più o meno alcolici; così i nostri futuri legislatori locali ed europei hanno contribuito ad un innalzamento del fatturato di molti felici gestori. Peraltro non proprio schierati, ospitando, a giorni alterni, entrambi gli opposti poli. La strategia comune sarà stata dettata dalla necessità di rispondere a chi ha potuto permettersi spazi pubblicitari su giornali, radio e televisioni, nonché a chi ha tappezzato la città di manifesti, non sempre di buon gusto. Anzi, devo sottolineare che si è creato un fortissimo contrasto tra la possibilità di stampare la propria foto a colori, grazie alla tecnologia che ha ridotto i costi di realizzazione, e l’insieme grafico e comunicazionale, spesso scadente. Molte delle regole, cromatiche, di equilibrio, di postura e ripresa fotografica, nei manifesti, sembrano affidate ad una improvvisazione forse spesso dettata dalla presunzione di chi ha pensato di fare da se. Una parte di denaro andrebbe speso verso i consulenti di comunicazione, che a Napoli scarseggiano ma non mancano del tutto. Se è vero che ogni “scarafone è bello ‘a mamma soia”, qualche espressione stolta, qualche riflesso sugli occhiali, qualche sorriso freddo o qualche coppia di braccia conserte, poteva essere evitata. Avremmo preferito slogan con contenuti significativi, come avvenuto per le più ricche campagne nazionali: ma talvolta questi contenuti sono assenti anche nelle miniconferenze tenute ai party di cui sopra, dove si discetta sul “cosa ho fatto” e “cosa non hanno fatto” e solo molto raramente indicando soluzioni a problemi. Non disperiamo, comunque; sono ben altre quattro le tornate elettorali che ci aspettano ogni anno a venire. Qualcuno potrà forse trovare il tempo per riflettere di più sul meglio da farsi.