Un metadistretto per l’Ict: l’esperienza del Por Campania   

Il bando relativo alla misura 3.17 del Por Campania vigente, pubblicato ieri sul Burc, presenta finalmente quella caratteristica di “verticalità” chiesta dalle imprese del settore Ict e ben recepita dalla Regione.
Aprendo la strada per il progetto di un metadistretto Ict che risponda alla necessità di una filiera che non vede ancora una concentrazione territoriale delle imprese, in attesa della costituzione di uno o più poli fisici giù annunciata, che sarà anche determinata dalla capacità di aggregazione degli imprenditori del settore. La verticalità è espressa bene dalla limitazione individuata dal codice Istat dell’attività dell’impresa ed è strutturato anche tenendo conto dell’esperienza condotta con lo studio realizzato da Efi Campania su indicazione del Terziario Avanzato di Federindustria Campania.
Dobbiamo sperare di non assistere a strumentali cambi o aggiunte di codici di attività da parte di chi si senta escluso dal bando.
Evidenziando però alcune lacune nell’elenco, che invece rispondono al criterio prescelto. Come nel caso dei codici 22.33.0, 29.56.4 e 33.30.0, difficilmente individuabili nelle tabelle Ateco-Istat, su cui il Terziario Avanzato campano già espresse la necessità di adeguare proprio rispetto alle confusioni generate dalla continua rapida evoluzione dello stesso settore Ict.
Ultima nota è quella della necessità che ciascuna impresa, anche in consorzio o Ati, disponga di tutti i requisiti richiesti singolarmente.
Cosa su cui si può convenire quando guardiamo all’attività esercitata o alla necessità di avere unità produttive sul territorio, ma che taglia fuori molte piccole e medie imprese locali se non si chiarisce che la verifica dell’affidabilità economico-finanziaria sia palesemente rivolta al raggruppamento dei bilanci e non ai singoli partecipanti, cosa che appare palese ma in contrasto con l’ultimo capo del punto 3.1 del bando. Ci auguriamo una attenzione ai problemi sollevati, così come ci auguriamo che le imprese colgano come il bando permetta di sostenere il migliore e più assiduo rapporto tra impresa e centri di ricerca, con in testa l’apporto ricevibile proprio dai centri di competenza attivati durante il precedente governo regionale.