Biotecnologie e ricerca genetica: un dibattito senza tregua   

Il Wall Street Journal Europe, dell’ultimo fine settimana, ha dato grande spazio alle tematiche legate alle biotecnologie, con un ampio approfondimento di Antonio Regalado sulle recenti dichiarazioni del biologo J. Craig Venter, uno dei principali guru sulla ricerca genetica, autore, tra l’altro, della gara vinta dagli Stati Uniti nella decodifica del genoma umano. La notizia partiva dalla dichiarazione di Venter di essere orientato a realizzare un esperimento che permetta di produrre un organismo vivente partendo da zero. Mentre in Italia continuiamo a scervellarci sulla correttezza etica dell’agire scientifico, combattendo continuamente contro le posizioni clericali che imporrebbero un sacro rispetto dell’ignoranza, generatrice di una santifica ignavia e di una repressione sistematica della libertà scientifica, in altri paesi si procede senza sosta verso nuovi traguardi che modificheranno definitivamente il nostro modo di vedere le cose e, presumibilmente, l’intero modo di pensare alla vita e a noi stessi. I vantaggi economici derivanti dalla ricerca genetica sono fautrici di enormi spostamenti di denaro, per lo più rastrellato nel mercato privato degli investitori che hanno già vinto la scommessa fatta negli ultimi decenni sul genoma. Le enormi implicazioni in campo medico, alimentare e industriale sono articolate in aree come quelle della produzione di cellule staminali che permetteranno di ricostruire organi deteriorati da diverse malattie, dalla produzione di nuove fibre tessili, dall’irrobustimento di coltivazioni agricole, ma anche nella realizzazione di potenti computer biologici o di nuove cellulose da cui estrarre etanolo per autotrazione. L’opinione pubblica ancora non percepisce le implicazioni complessive, anche perché avvezza a usufruire senza discernimento solo del consumo finale dei benefici, rimanendo così stupita dagli esperimenti effettuati sulle comete, alla ricerca delle origini della vita, non differentemente che come davanti ad un buon film di fantascienza. Questa distanza tra scienza e coscienza comporterà la nascita di moralismi bigotti che consentiranno la produzione di storture in nome di un falso liberismo di reazione. Lasciando che, come per il nucleare, parte della ricerca sia affidata a coloro che ricavano i propri proventi dai conflitti militari, pari a quelli che guardano a nuovi alimenti.