Quale vantaggio ha la chiesa cattolica nell’opporre il proprio oscurantismo all’illuminismo, il proprio fondamentalismo al relativismo? Quella stessa chiesa che quando ha problemi interni di pedofilia, come nel caso della squallida vicenda dei legionari di Cristo su cui Papa Ratzinger ha opposto l’immunità diplomatica per non testimoniare in processi penali negli Stati Uniti, non riesce ad essere risoluta.
Come invece lo è stata quando vietò i trapianti di organi appena cinquanta anni fa, come invece lo è oggi contro le coppie omosessuali e contro gli omosessuali stessi, definendoli pervertiti, fino ad apparire ridicola quando definisce satanica la musica pop, rock o, comunque, libera, liberatoria e moderna. Agendo in chiaro contrasto con la propria base di credenti, costretti così nella gabbia dell’ipocrisia forzata, nella colpa ad ogni costo. Colpa che è l’unica minaccia per continuare a detenere l’arma del perdono, unica chance per cercare di esercitare il potere, che sembra essere una delle poche attrattive residuali del sacerdozio, ormai sempre meno frequentato, insieme al dio denaro a cui il clero cattolico continua ad essere devoto e fedele, come dimostra l’introito dell’8 per mille, l’esenzione dall’Ici per le attività commerciali unita alla enorme proprietà immobiliare posseduta. I cristiani italiani continuano a sentirsi così senza guida, nonostante i tentativi a volte riusciti di attrarre le folle meno interessate alle problematiche della convivenza civile, che dotate di pochi strumenti culturali si fanno imbonire da cori giovanili e offerte di spazi che lo Stato continua a negare, lasciando la parrocchia come unica speme, unico luogo di incontro alternativo all’alcool e alle droghe somministrate come gazzosa in ogni discoteca. Continuando a distrarci dalla assenza di ben più pressanti e necessari appelli che desidereremmo vedere lanciati contro la malavita organizzata, per favorire la distruzione di quella illegalità diffusa, quella concreta corruzione delle anime che proviene da ogni parte, tesa solo ad esaltare disvalori come la violenza, madre della ferocia in guerra, del sessismo, fautore di riduzione di ogni valore del corpo femminile, usato ormai sistematicamente per pubblicizzare qualunque cosa. E invece sembra che ciò che conti sia opporsi vanamente a quanto già accade, e che per questo necessita di norme a tutela di diritti naturali, come nel caso delle coppie di fatto, famiglie che non sentono rilevante il vincolo matrimoniale. Perché tanta attenzione a queste quisquilie, tra l’altro già normate nella maggioranza dei paesi civili, invece di scendere in campo contro il male vero, quello che corrompe continuamente gli spiriti giovanili sovrastati dall’ignavia da brand, da brandy e da brown sugar? A noi pare che serva a inventarsi qualche tema su cui concentrarsi per evitare di divenire impopolari in quelle alte sfere che governano le fila mondiali della perversione reale, del male concreto e omicida, che fa strage in Iraq come in Darfur, in Afghanistan come in Nigeria, in Asia come in Africa, colpendo da sempre quelle masse di deboli di cui sembra dimenticarsi l’appartenenza alla comune specie umana.