Un assegno per i nuovi nati tra vergogna e invidia   

Facciamo qualche calcolo insieme sulle ipotesi di distribuzione del pacchetto famiglia dovuto all’emendamento alla Finanziaria approvato in Senato. La favolosa cifra di 1.000 euro per ogni bambino nato nel 2005 vale circa 600 milioni di euro, secondo i dati previsionali dell’Istat, a cui aggiungere altri 300 milioni se si moltiplicano i 160 euro per ogni nato nel triennio precedente, mini bonus che ha soppiantato l’assegno per i nati nel 2006. Resta poco da distribuire dei 1.140 milioni totali della manovra. E tutti, nella vergogna o nell’invidia, possono notare come tale distribuzione non tenga affatto conto del censo delle famiglie beneficiate, tra cui per esempio segnaliamo l’ultimo nato di Francesco Totti, che forse di questi 1.000 euro non avrà tanto bisogno. Una legge prodotta in questo modo e in questo periodo non aiuta neanche, se ve ne fosse stata l’intenzione, lo sviluppo demografico: forse sfugge al legislatore che tra intenzione e riuscita dell’espansione occorrono talvolta anche più dei fatidici nove mesi. Immaginiamo la vergogna che potrà provare chi riceverà l’obolo statale senza averne gran bisogno, anche sapendo di aver scelto di procreare proprio per lo stato di benessere che lo ha sostenuto nella decisione, spesso rimandata dalle giovani coppie appena coniugate per le difficili condizioni economiche in cui può venirsi a trovare. Immaginiamo quindi l’invidia di chi ha scelto questo rimando, non avendo alcun tempo per porre rimedio in così pochi mesi. Ovviamente scherzando sul fatto che siano 1.000 euro a far decidere se potercela fare o meno a mantenere un pargolo. Né tanto meno si comprende a cosa occorrano i 14 euro al mese concessi ai bambini più grandicelli: neanche un caffè al giorno, oops, neanche un bicchiere di latte al giorno. Se di manovra elettorale si tratta, come da più parti indicato, c’è anche da dire che si tratta di una delle peggiori mai pensate. Specie se accomunata all’altra eresia di raddoppiare l’Iva sulle ristrutturazioni edilizie, che potrà solo annullare ogni dubbio sulla scelta di effettuare i lavori in totale evasione delle imposte, mal compensata dal 5 per cento in più concesso nelle detraibilità fiscali. Ma chi consiglia così male il Cavaliere?