Manovre finanziarie, aspetti da chiarire   

Mentre, come era prevedibile, l’Opa di Unipol su Bnl ha avuto il sì atteso, seppur condizionato dalle facoltà di recesso in caso di mancata modifica dello statuto, continua la querelle legata all’operazione della Popolare di Lodi su Antonveneta, gestita dai chiacchierati “immobiliaristi”. Scoperti con le mani nel sacco grazie alle intercettazioni telefoniche ormai note, che nulla hanno a che fare con i tempi di Tangentopoli e al facile giustizialismo. Le intercettazioni sono fatti incontrovertibili e chiari, cioè prove, a differenza delle tante delazioni che all’epoca furono estorte anche con il ricatto di una lunga e insostenibile carcerazione preventiva. Certo si deve legiferare per meglio tutelare il diritto alla privacy dell’indagato, ma non si può certo immaginare di limitare né l’azione dei giornalisti né quella della magistratura, se mossi da intenzioni legate ciascuno alle specificità degli obiettivi professionali propri: informare e indagare. E nel gran fumo estivo è bene imparare a discernere su quanto è accaduto e accadrà. La scalata su Rcs ha trovato i suoi veri protagonisti, eliminando il sospetto che alle spalle vi fosse Massimo D’Alema, cosa che fa un po’ ridere. Mentre invece è utile andare a scavare dentro la Popolare di Lodi e ricordarsi che è proprio quella banca che assorbì la chiacchierata Banca Rasini, gestita da Nino Rovelli dopo il dominio del marito di una nipote di Papa Pacelli, Giuseppe Azzaretto, dietro cui si è detto vi fosse Giulio Andreotti. La Popolare è quindi detentrice ed erede dei segreti di quella fine anni ‘70 che vide, tra le altre, le importanti operazioni fiduciarie e di holding alle spalle della nascita della Fininvest di Berlusconi, da cui non fu esente anche la stessa Bnl. La strenua difesa di Antonio Fazio da parte di esponenti della Lega, se connessa alla recente acquisizione di ben sette banche siciliane da parte della Popolare di Lodi, crea un asse Milano-Palermo le cui luci ed ombre andrebbero ben chiarite dalla magistratura. Altro che banca della Padania! Bisogna fare presto, prima che si mettano le mani sui tanti denari delle fondazioni a cui molti aspirano, forse avendo progettato il loro utilizzo da tempo.