Dalla filosofia una soluzione a tanti mali dei nostri tempi   

Il filosofo Eugenio Lecaldano, professore di Storia di dottrina della morale presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha di recente pubblicato un importantissimo saggio per i tipi di Editori Laterza, dal titolo significativo: “Un’etica senza Dio”. Già membro del Comitato di Bioetica nazionale, Lecaldano ha sintetizzato in un volume leggero e di lettura semplice, anche se non proprio divulgativa, la spiegazione di come sia necessario, proprio qui ed ora, rifarsi ad una etica, ad una scelta tra bene e male, che non si rifaccia a posizioni religiose. Come già scritto da Raffaele Cercano, dell’UAAR, per trovare una opera simile si deve risalire a quindici anni fa, quando il direttore di Micromega, Paolo Flores D’Arcais pubblica “Etica senza fede”, in cui però si occupa di argomenti più politici che etici. O ci si deve rifare a Ethics Without God di Kaj Nielsen, ancora non tradotto in italiano. Lecaldano cita, come esempio del disagio prodotto da una etica religiosa che cerca di imporsi nella vita pubblica, alle conseguenze imposte dal cattolicesimo in Italia e in Europa su temi come la fecondazione assistita, l’aborto, le coppie di fatto, fino alle scelte personali sulla propria salute, oggi fortemente discusse intorno all’eutanasia. Tema riportato alla luce grazie anche all’importante sacrificio di privacy esercitato da Piergiorgio Welby che ha recentemente chiesto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, insieme ai radicali dell’Associazione Luca Concioni, che presto si metta a calendario dei temi discussi dal Parlamento l’argomento della propria libera scelta in tema di eutanasia. Le considerazioni del professor Lecaldano sono suffragate dai numerosi testi a cui si rifà per dimostrare come possa essere letale per il progresso umano lasciar prevalere i desiderata di alcuni su altri, proprio attraverso la pervicace insistenza di ciascuna religione di voler pretendere di determinare, sulla base della immannenza divina, le regole del vivere civile. Negando così le molteplici conclusioni a cui già giunsero negli anni passati filosofi come Hume o Mill, che invece si appellavano alla notevole importanza della prevalenza della libertà nelle scelte etiche, basandole su principi naturali come quelli che impongono a ciascuno di noi di occuparsi di eliminare le cause di sofferenza per se per gli altri, fondando le norme etiche sulla evidenza storica della vera e propria pericolosità di una etica basata su Dio. Argomento che ritorna purtroppo ogni qual volta una comunità entra in periodi di crisi e di ricerca di valori, che sembra l’unico humus su cui appoggia l’espansione di ogni credo. Nessuna sintesi può comunque sostituire la lettura del libro di Lecaldano, che andrebbe consigliata a tutti ma in particolare a coloro che ancora dubitano sul da farsi in termini di relazioni stato-religioni nel nostro Paese.