Taxi e asfalto: rapide soluzioni per il traffico cittadino   

In questi giorni il traffico a Napoli è apparso spesso diminuito. Un crudele commento che gira si rifà alla fine anticipata delle disponibilità finanziarie degli impiegati, anche per le spese natalizie appena passate, che attendono la fine del mese per riaffollare le strade cittadine.
Il problema traffico rimane comunque indiscutibile. Ed alcuni passi vanno compiuti con urgenza. Il primo potrebbe essere quello di incentivare l’uso dei Taxi, sia con modelli tariffari innovativi, aumentando per esempio le tratte a prezzo prefissato, sia con una vera e propria campagna di comunicazione. Spesa che se l’amministratore pubblico può immaginare in contrasto con gli investimenti effettuati per l’azienda di mobilità, alimenterebbe invece un maggior consenso cittadino dai risultati attesi. Se fossero solo autobus e metropolitane a disincentivare l’uso del mezzo privato, non si comprenderebbe neanche, allora, la misera tariffa d’uso dei Taxi in città. Un serio intervento porterebbe invece a equilibrare anche il disagio dell’affollamento di licenza in città, che con una media di 500 residenti per vettura è lontano da ogni parametro di confronto. Così come non si comprende come mai la città non riesca ad organizzarsi con una sola centrale radiotaxi, così come le spiegazioni che giustificano la presenza di centinaia di sindacati sono tutte non riferibili. Politica e amministrazione vorrebbe anche significare avere il potere di intervenire su aree di non diretta competenza, influenzando e indirizzando scelte che abbiano un effetto positivo sull’intero sistema. Effetto che ha avuto, e potrebbe continuare ad avere, il passaggio dal porfido all’asfalto di molte vie cittadine. L’aumento della sensazione di sicurezza data dall’asfalto, rispetto ai vari sistemi in minipietre pensato all’epoca per il saldo aggancio degli zoccoli dei cavalli, aumenterebbe anche la velocità media su cui si attesterebbero i guidatori, per il miglioramento dell’aderenza e la diminuzione dello spazio di frenata. Produrrebbe poi un minor inquinamento acustico e garantirebbe un minor numero di voragini, determinate spesso dal traffico di autobus che divelgono sampietrini, con un inevitabile impatto anche sulla immagine turistica della città. Come la zona del Museo Archeologico e Piazza Cavour, come Salvator Rosa, dimostrano.
Ma che si aspetta a intervenire, per esempio, sulla pluribombardata Via Marina, porta di ingresso per molto traffico automobilistico in entrata in città, attualmente invece orrido biglietto da visita? Speriamo che non sia vero che alcune di queste opere siano state fermate da chi addetto alla salvaguardia del patrimonio storico, artistico e culturale: vorrebbe dire che per qualcuno si deve conservare la capitale del regno nel suo degrado postbellico, a vantaggio esclusivo della progressiva cancellazione della sua valenza nel panorama mediterraneo.