Da San Giacomo a Santa Lucia   

Caro direttore, l’ipotesi della candidatura del sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, a presidente della Regione è la quadra del cerchio per calmierare i notevoli problemi di coalizioni in cui versa l’Ente ultimamente. Dando ragione e potere, quasi in alternanza, a quel centro che sempre più si radica nelle posizioni cattoliche, creando non pochi problemi all’alleanza a sinistra. La mossa di Bassolino rivela grandi capacità strategiche, garantendo alla sua coalizione una sicura vittoria. Il dubbio che assale è però quello di assistere al tracollo dell’Ente Regione, come è purtroppo avvenuto con il Comune di Napoli che, a detta di molti, è ritornato a risultati e metodi di gestione simili a quelli dei primissimi anni ’90. Criminalità diffusa e cultura della violenza, degrado ambientale delle periferie e dei quartieri più a rischio, come quelli storici del centro cittadino a cui sembra prestare attenzione solo Italiani nel Mondo, aumento del traffico nei nodi storicamente irrisolti, crisi del tessuto produttivo e commerciale, con l’assoluta incapacità di creare momenti di dialogo con la società civile e gli intellettuali, insieme a idee e progetti, in termini di urbanistica e recupero delle aree industriali dismesse, che si misurano con lumache e tartarughe. Con Bassolino alla Regione si sono “spostati” quei tecnici e quegli esperti che hanno contribuito al bel periodo di rinascita post-G7. Il Comune è invece divenuta una macchina lenta e farraginosa, incapace di portare quei piccoli risultati quotidiani che facevano di ogni assessorato una miniazienda. Il sindaco non ha avuto il coraggio di sostituire quegli assessori che non portavano risultati, per il terrore di dispiacere a quei gruppi con cui erano stati impostate le distribuzioni delle poltrone. Come potrebbe riuscire a reggere positivamente la macchina regionale, che pur già presenta tanti problemi? L’idea della candidatura è veramente geniale, dal punto di vista degli equilibri, ma potrebbe rivelarsi disastrosa dal punto di vista dei risultati. Una giunta Iervolino saprà esprimere le autonomie intellettuali dei Cascetta, dei Nicolais, degli Alois? Saprà identificare quei tecnici capaci di produrre risultati e sviluppo e contemporaneamente capaci di obbedire al Grande Capo? Per candidarsi presidente, la Iervolino, ha pochi mesi per dimostrare di avere polso e reimpastare rapidamente la Giunta, riprendendo le redini che sembra aver smarrito e puntando non solo a risultati di immagine. Non siamo più negli anni ’90.