Attacco alla Telecom   

Caro direttore, è diverso tempo che credo si stia praticando un attacco vero e proprio al gruppo Telecom Italia, sulle cui finalità andrebbe fatta qualche riflessione. L’ultima multa di oltre 150 milioni di euro applicata per le condizioni dei contratti business, apparse troppo vincolanti e contro cui è stato fatto ricorso al Tar, sembra l’ultima scena di una guerra che proseguirà a lungo. Intanto la ex compagnia pubblica di telecomunicazioni si trova costantemente sotto la stretta della posizione inevitabilmente dominante in alcuni ambiti, che iniziano però, dopo anni, a penalizzare la compagnia, controllata pure da numerosi microazionisti, arrecandole limitazioni che la libera concorrenza non dovrebbe porre ulteriormente. La Telecom “fissa” paga il prezzo di una obbligatoria messa a disposizione delle attrezzature che la Tim non ha subito, con lo scotto (o il vantaggio) di avere col tempo ceduto buone quote di mercato. Questo obbliga Telecom Italia Wireline a scelte che concorrenti più autonomi possono sfruttare per fare ora dumping e ora servizi particolari. Le associazioni dei consumatori, che per fortuna esistono, sembrano però accanirsi particolarmente con la principale compagnia, spesso ignorando le magagne altrui. Possono esistere diverse considerazioni per cui, finanziariamente ma anche politicamente, a qualcuno potrebbe far comodo un disagio, anche temporaneo, della compagnia per poterne agevolmente passare le redini ad altre proprietà di maggioranza. Fatto sta che sono alle porte novità importanti, la cui sperimentazione sembra già avviata. Intanto teniamo conto che in Gran Bretagna la British Telecom ha annunciato che presto le telefonate non saranno pagate da coloro che usano internet, creando qualche difficoltà alle compagnie di reseller che guadagnano sullo spread economico tra le tariffe con cui acquistano il traffico e quello con cui lo vendono. Presto, infatti, anche in Italia il traffico telefonico sarà trasformato per tutti in Voip, cioè passante per il protocollo internet, come già avviene per qualche gestore. Sarà un momento di mercato con shock progressivi, come avvenne quando fu annunciato da diversi provider che il traffico sarebbe stato fornito in modo gratuito, senza pagare il canone a cui molti avevano aspirato, anni fa, ridistribuendo via modem la propria connettività permanente a banda larga, poi diffusa via adsl a tutti. In questo contesto generale si possono forse insinuare le ripetute voci di fusione tra la Telecom Wireline e la Mobile, sistematicamente smentite da quando si è insediato Tronchetti Provera, che spiega semplicemente spesso di non vedere alcuna convenienza nella fusione. Pur creandosi quel disagio di una offerta commerciale scissa, a svantaggio delle tariffe delle due compagnie comunque più scelte dai consumatori e dalle aziende italiane per la loro incontestata affidabilità, sempre per il continuo rischio di commettere abuso di posizione dominante e trust, ormai superabili dalle circostanze oggettive di mercato in Italia.