Ad un occhio un po’ attento, dovremmo dire addirittura vigile, non può sfuggire come spesso trasmissioni di inchiesta, come “Report” della Rai, ma anche altre come “Mi manda Rai tre”, “Striscia la notizia”, “Le Iene”, insieme alla pletora di talk show come “Porta a Porta”, “Anno zero” o “Matrix” di Mediaset, siano costruite in modo abile per portare lo spettatore verso una determinata conclusione, per spingere una opinione invece di un'altra.
Il gioco è semplice, costruito talvolta su abili tagli, come nel recente caso del Presidente Antonio Bassolino a Report, altre volte sulla scelta oculata degli ospiti, molto spesso su banali parzialità, sul semplice non dire tutto, anche quando talvolta le lacune sono di pubblico dominio o quando è palese l’atteggiamento di chi conduce. E’ un vero peccato, anche perché spesso il coraggio, i rischi corsi, di alcuni cronisti è veramente notevole, spesso con risultati che incidono significativamente sui diritti dei cittadini, sollecitando interventi vuoi della magistratura, vuoi degli amministratori pubblici. Il gioco rimane però quello dell’audience, talvolta anche a discapito del valore dell’informazione data. Gioco semplice, perché basato sul meccanismo del cavalcare l’onda, il cavallone, di una opinione pubblica spesso già orientata dal pettegolezzo, da voci messe artatamente in giro da questo o quel concorrente. Altre volte agendo su leve più strutturali e pericolose, come quelle che per esempio impediscono da tempo che si avvii una indagine internazionale sui fatti dell’11 settembre 2001 a New York, dove è evidente l’intervento di servizi più o meno istituzionali. O come in questi giorni in cui è palese, ed anche comprensibile, il gioco del centro destra che monta come uno zabaione l’opinione pubblica intorno alla legge finanziaria, per auspicare una presenza maggiore alla manifestazione del 2 dicembre prossimo, manifestazione che ci auguriamo sia seguita dai grandi inquisitori mediatici per appurare quanti pulman prepagati vi saranno.
Fate caso al cumulo di inesattezze che sono sparse sulle bocche di tanti e scoprirete come muove questa onda. Intanto anche a noi pare notevole, diremmo tempestivo, il gioco di Report contro Bassolino, che avviene proprio mentre da più parti si scatenano attacchi alla gestione del governo locale della Campania, trasformati in un attacco personalistico a copertura invece delle notevoli responsabilità di una opposizione inesistente, apparentemente consociativa. E il diritto di replica, questa volta, si esplica attraverso la trasparenza contenuta nel blog del Presidente della Regione Campania, che, come sempre in questi casi, non frutta quanto lo scandalo di cui era in cerca il montatore di Report. Da tempo evidenziamo l’assalto alla persona che Bassolino subisce, e invitiamo tutti a chiedersi cosa effettivamente nasconda, cosa copra o tenti di coprire, verso dove spinge. Nel frattempo auguriamo ad Antonio Marciano e Gianfranco Nappi di poter esprimere quel supporto necessario ad Antonio Bassolino per lavorare intorno alle notevoli esigenze che scaturiranno dalla nuova agenda di finanziamenti europei 2007-2013.